Una task force per monitorare il rispetto delle procedure e dei tempi per la realizzazione dei nuovi ospedali calabresi. La proposta è arrivata dai consiglieri regionali Michele Mirabello (presidente della commissione Sanità) e Carlo Guccione, in una conferenza stampa che è suonata come un grido d’allarme sui rischi che i nuovi nosocomi non vedano mai la luce.
Vi sono gravi inquietudini per la sorte degli appalti in project financing delle strutture della Piana di Gioia Tauro e della Sibaritide: il general contractor Tecnis non solo ha subito una interdittiva antimafia, ma in più potrebbe non essere sufficientemente solido dal punto di vista finanziario. I due esponenti del Pd chiedono al governo regionale presieduto da Mario Oliverio di manifestare apertamente la volontà politica di realizzare queste opere che, hanno spiegato Mirabello e Guccione, «costituiscono il più importante investimento in edilizia sanitaria degli ultimi vent’anni in Calabria». I numeri snocciolati confermano questa affermazione: 438 milioni di euro di appalti e 1.100 posti letto in strutture modernissime in grado di far compiere un salto di qualità all’offerta sanitaria calabrese. Di tutto questo la commissione presieduta da Mirabello si occuperà in una prossima seduta a fine mese. In quella del 28 gennaio scorso, intanto, sono emerse le criticità che i due democrat hanno illustrato alla stampa. «Abbiamo acquisito – ha spiegato il presidente della terza commissione – una serie di elementi che lasciano presagire dubbi non solo in ordine alla tempistica ma anche all’effettiva possibilità che queste grandi infrastrutture vedano la luce». In particolare, per quanto riguarda la Tecnis, emergerebbero criticità per l’interdittiva antimafia e per i «dubbi sulle potenzialità economiche della stessa impresa». Tra le ipotesi ventilate, anche quella della rescissione del contratto. Così facendo, i nuovi ospedali diventerebbero una chimera. Molto precise le richieste di Guccione: «Per Rossano è indispensabile verificare la possibilità di andare avanti con la Tecnis oppure seguire le altre strade che la legge consente per avviare i lavori e non perdere i finanziamenti». I ritardi nella realizzazione dei nuovi nosocomi, ad avviso dell’ex assessore regionale alle Attività produttive, sono dovuti al fatto che «la politica spesso è distratta mentre la burocrazia non riesce a ridurre i tempi morti. E noi incalzeremo la Regione».