La proposta di legge sulla fusione dei piccoli comuni è da considerare solo una “provocazione” finalizzata all’apertura di un’ampia discussione sul futuro delle piccole comunità, ricadenti soprattutto nelle aree interne, soggette al grave fenomeno dello spopolamento a causa della sistematica desertificazione di servizi, di strutture, di risorse e, di conseguenza, di popolazione.
E’ con questa tesi che l’on. Enza Bruno Bossio, uno dei 19 parlamentari ad aver sottoscritto la suddetta proposta di legge, ha provato a convincere i sindaci ed a tacitare le vibrate proteste degli amministratori dei piccoli comuni dell’Alto e del Basso Jonio convenuti a Trebisacce proprio per confrontarsi su questo tema e discutere con la parlamentare cosentina del PD sul futuro dei piccoli comuni. «Sappiamo bene – ha dichiarato l’on. Bruno-Bossio – che la proposta è anticostituzionale perché non si può obbligare i comuni alla fusione, ma l’abbiamo fatta per aprire il dibattito e per spingere il Governo a legiferare su tutte le misure possibili che siano in grado di arrestare lo spopolamento delle aree intere». Ma, da quanto è emerso ieri mattina nella discussione, avrà il suo da fare l’on. Bruno Bossio per convincere gli amministratori dei ben 326 su un totale di 402 comuni calabresi a convertirsi alla fusione dei municipi ed a rinunciare al proprio campanile ed alla propria identità storico-culturale. Del resto i 65 comuni che nel 2015 si sono fusi dando vita a 25 nuove municipalità sono tutti collocati nel nord-Italia e nessun comune ha pensato di fare altrettanto in tutto il centro-sud del Paese. All’incontro, tenutosi presso la sala consiliare di Trebisacce e coordinato dal sindaco di Trebisacce Franco Mundo, a dimostrazione dell’importanza del tema erano presenti tutti i 15 sindaci dell’Alto Jonio e diversi sindaci del Basso Jonio i quali, con toni diversi a seconda dell’appartenenza politica, hanno contestato l’orientamento del Governo all’accorpamento coatto dei comuni assicurando di volersi impegnare nella gestione associata dei servizi (cosa già in atto in molti comuni) ma di essere pronti a battersi fino in fondo per autonomia e la sopravvivenza dei propri comuni contro la legge Delrio che invece, secondo gran parte dei sindaci, spingerebbe i piccoli comuni ad ammainare bandiera solo per mettere lo Stato nelle condizioni di risparmiare risorse.
Pino La Rocca