Tornano in mente le drammatiche sequenze del film “La caduta” di Oliver Hirschbiegel, quando al ricevimento per il cinquantaseiesimo compleanno di Hitler due tra i più alti ufficiali delle Ss cercano di convincere il dittatore a lasciare Berlino, ma lo stesso rifiuta mentre nella sala-ricevimento interna al bunker si continua a ballare e fuori continuano i bombardamenti delle forze alleate di liberazione. La “smentita” circa la notizia del contestato danno erariale al sindaco del Comune di Corigliano Calabro, Giuseppe Geraci, e al segretario generale dell’ente, Salvatore Bellucci, è stata dai due affidata al responsabile del Settore Finanziario, Giovanni Santo, nell’originale veste d’avvocato difensore, o meglio d’Azzeccagarbugli.
Purtuttavia il burocrate non è tra i destinatari dell’atto inviato al Comune da parte del Ragioniere Generale dello Stato, Daniele Franco (nella foto di fianco al sindaco Geraci).
Stavolta non saremo affatto brevi come giornalisticamente si converrebbe, anzi si conviene. Ed ecco i fatti del fatto.
Anni 2006-2007-2008-2009: il Comune di Corigliano Calabro regala 760 mila euro a titolo di “premialità” a una serie di dipendenti comunali, perlopiù funzionari responsabili di settore e di servizi.
Anno 2012: interviene l’Ispettorato generale del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che, dopo un’apposita e certosina ispezione, ordina al Comune di recuperare quella montagna di soldi direttamente dai dipendenti, in quanto somme “indebitamente distribuite”, il tutto con protocollo n. 30101 dell’8 aprile 2012. Giovanni Santo, pure all’epoca responsabile del Settore Finanziario, provvede ad inviare le raccomandate ai dipendenti attraverso le quali s’intima la restituzione delle somme. Ma intervengono i sindacati, e la procedura di recupero si ferma.
Anno 2014: interviene nuovamente l’Ispettorato generale del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Che, con apposito protocollo di sollecito n. 21731 del 13 marzo, richiama nuovamente il Comune e lo diffida a comunicare se le somme siano state recuperate e, in caso contrario, come si stia adoperando al fine di recuperarle. Il responsabile del Settore Finanziario, Enzo Claudio Gaspare Siinardi, provvede a costituire il Fondo delle risorse decentrate 2013 e 2014 attraverso le determinazioni n. 85 del 30 maggio e n. 1346 del 30 dicembre “prendendo atto delle gravi violazioni delle norme riguardanti la contrattazione collettiva decentrata”. Già, proprio quelle contestate dall’ispettorato ministeriale. Siinardi, più volte, e attraverso protocolli che definire “duri” sarebbe un eufemismo, “invita caldamente” l’amministrazione ed il segretario comunali, quest’ultimo in qualità di presidente della Delegazione trattante, a “rispondere compiutamente” al sollecito inviato dall’ispettorato ministeriale. Ma l’amministrazione ed il segretario, attese le pressioni dei dipendenti o atteso qualcos’altro che non ci è dato di conoscere, fanno orecchie da mercanti. Siinardi riceve protocolli altrettanto “duri”, anzi di più, dall’allora assessore al Bilancio e alla Programmazione economica e finanziaria, Vincenzo Iannuzzi, con inviti molto “caldi” a liquidare il Fondo per il 2013 e per il 2014. Siinardi non lo fa.
Anno 2015: all’ennesimo sollecito di Siinardi – frattanto nominato dal sindaco Geraci assessore comunale proprio al Bilancio e alla Programmazione economica e finanziaria – sollecito inviato a settembre e nientepocodimenoche addirittura da Las Vegas dove si trovava, atteso l’“aut-aut” posto da quest’ultimo al segretario comunale, ovvero che in caso di mancato riscontro da parte sua e dell’amministrazione al Ministero avrebbe provveduto lui stesso a rispondere all’ispettorato inviandone copia ad altre autorità competenti, pur non avendo lo stesso Siinardi alcun titolo per rispondere all’ispettorato in quanto né presidente della Delegazione trattante tantomeno rappresentante legale dell’ente. L’amministrazione ed il segretario, cominciando a temere che Siinardi potesse davvero scrivere di qua e di la, hanno un colpo di genio e decidono di fare rispondere all’ispettorato ministeriale il responsabile del Settore Affari generali, Angelo Pizzulli, sperando di ricevere riscontro magari a mandato concluso del sindaco Geraci. Tutto in una tragicomica commedia fantozziana nella quale Pizzulli aveva lo stesso titolo a rispondere al Ministero di quanto ne avrebbe un americano non vedente ubriaco a pilotare un cacciatorpediniere di fabbricazione russa in attacco sul Disneyworld di Parigi ed in stretto contatto radio con la torre di controllo di Pyongyang. Parte la missiva di Pizzulli al Ministero (magari scritta dal segretario Bellucci e firmata da Pizzulli…) dove s’afferma candidamente, non si sa bene in base a quali norme di Legge o interpretazioni della stessa, che i rilievi dell’ispettorato possono considerarsi superati e che l’amministrazione Geraci, oltre a non dovere recuperare i 760 mila euro indebitamente distribuiti avrebbe provveduto pure ad erogare e a liquidare ai dipendenti anche il Fondo per le annualità 2013 e 2014. Risponde il Ministero. E a chiare lettere comunica all’amministrazione del sindaco Geraci di non averla neppure letta la comunicazione di Pizzulli poiché quest’ultimo non aveva alcun titolo per rispondere al Ministero sull’argomento, ed invitando ancora una volta l’amministrazione a rispondere compiutamente al Ministero. Nel frattempo Pizzulli, con apposite determinazioni del Settore Affari generali, probabilmente su mandato del segretario Bellucci il quale in qualità di presidente della Delegazione trattante non può non sapere, provvede ad erogare il Fondo per il 2013 e 2014 ai dipendenti. Pure in questo caso senza alcun titolo e senza rispettare nemmeno in minima parte la procedura per la distribuzione del Fondo, che prevede come parti attive la Giunta comunale, il presidente della Delegazione trattante ed il Collegio dei revisori contabili. In tale procedura, infatti, il responsabile degli Affari generali conta quanto il due di picche quando si gioca… a pallone! Continua la tragicomica fantozziana. Ma adesso comincia ad assumere i più eleganti e struggenti connotati della Tosca. Il sindaco Geraci, in qualità di rappresentante legale del Comune, forse sempre su geniale idea del segretario Bellucci, finalmente risponde al Ministero. Contrariamente a quanto riferito da Giovanni Santo nel suo “puntualissimo” comunicato di “smentita”, Geraci non ha posto alcun “quesito” all’ispettorato ministeriale. Fosse stato così, infatti, il Comune avrebbe atteso la risposta del Ministero prima d’erogare e liquidare il Fondo per il 2013 e il 2014. Nella sua comunicazione Geraci, al pari di Pizzulli, scrive che i rilievi del Ministero sono superati e che quindi l’amministrazione non soltanto non ha provveduto a recuperare i 760 mila euro relativi alle annualità dal 2006 al 2009, ma che ha provveduto pure ad erogare e a liquidare il Fondo per il 2013 e il 2014, per ulteriori 400 mila euro circa.
E siamo finalmente all’anno 2016 appena cominciato ed a feste ormai finite: alla Ragioneria Generale dello Stato si domandano se questi ci sono oppure ci fanno o entrambe le cose. Evidentemente si sentono presi in giro da tre anni e decidono di rispondere in modo definitivo e perentorio a Geraci & company. La comunicazione è a firma del Ragioniere Generale dello Stato, Daniele Franco, e non una semplice comunicazione che proviene dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. E tale fattispecie nella storia dei rapporti tra Stato e Comuni si vede assai assai di rado. Difficilmente estrae la propria Mont Blanc la massima autorità nazionale dei conti pubblici per firmare un documento indirizzato al sindaco d’un paesotto nel bel mezzo della risaia di Sibari. Nella comunicazione non s’invita né si sollecita, ma s’obbliga l’amministrazione a recuperare i 760 mila euro del passato e i circa 400 mila del presente, senza mezzi termini. E la comunicazione – che palesa il danno erariale – è trasmessa alla Procura regionale della Corte dei Conti di Catanzaro, giusto per rendere partecipe la magistratura contabile di quanto fosse pregiato e degno di nota il “quesito” del sindaco di Corigliano Calabro. Non solo. Già, perché nella propria comunicazione il Ragioniere Generale dello Stato, contesta pure il modo in cui è scritto il “quesito” di Geraci…