Luigi Abbruzzese ha richiesto il rito abbreviato insieme ad altri quaranta coindagati
Una raffica di richieste d’essere giudicati col rito abbreviato, formulate al cospetto del giudice per l’udienza preliminare distrettuale di Catanzaro, Carlo Saverio Ferraro, ha caratterizzato l’udienza preliminare di ieri nei confronti degl’indagati nell’ambito della maxinchiesta antimafia “Gentleman”. Sui capi dei quali pende la richiesta di rinvio a giudizio da parte del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Saverio Vertuccio, per decine d’imputazioni che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Sono quarantacinque complessivamente gl’incriminati, una trentina dei quali destinatari dell’ordinanza di fermo eseguita all’alba dello scorso 16 febbraio nel corso d’un maxiblitz da parte del Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) di Catanzaro e del suo Servizio centrale (Scico) di Roma, sotto le direttive della stessa Direzione distrettuale antimafia catanzarese, tra Cassano Jonio e Corigliano Calabro.
L’operazione, che dopo un paio di settimane aveva portato il giudice per le indagini preliminari distrettuale, Ilaria Tarantino, ad emettere una voluminosissima ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli stessi fermati finiti in carcere, era finalizzata a stroncare un colossale traffico di droga su scala addirittura intercontinentale.
Al centro dell’inchiesta il locale di ‘ndrangheta cosiddetto degli “zingari” di Cassano e Corigliano. Tra gl’indagati i nomi che spiccano per l’estrema gravità dei reati contestati sono quelli del 46enne Filippo Solimando di Corigliano, ritenuto capo ‘ndrangheta e “mente” dell’organizzazione dedita al narcotraffico planetario, il 25enne Luigi Abbruzzese di Cassano – sfuggito alla cattura ed ancora latitante – e il 42enne Salvatore Nino Ginese di Corigliano. A Solimando e Ginese, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, su richiesta dei magistrati della Dda catanzarese, ha applicato il regime carcerario “duro” del 41-bis.
Eccetto quattro indagati (tutti elementi di nazionalità albanese sfuggiti alla cattura e tuttora latitanti), tutti gli altri hanno richiesto il rito abbreviato il cui calendario d’udienze sarà fissato il prossimo primo febbraio.
Singolare ed irrituale la richiesta di rito abbreviato formulata dal latitante Luigi Abbruzzese, il quale ha fatto pervenire un’apposita lettera raccomandata al giudice – di presumibile autenticità – sulla quale il togato s’è riservato lasciando però intendere la sua inammissibilità.
Gl’indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Nicola Rendace, Rosetta Rago, Giovanni Zagarese, Pasquale Di Iacovo, Enzo Belvedere, Cesare Badolato, Antonio Sanvito, Giorgia Greco, Francesca Gallucci, Rossana Cribari, Cristian Cristiano, Roberta Provengano e Gianfranco Giunta.