È di pochi giorni fa la notizia che i siti della Sibaritide risultati inquinati dalle ferriti di zinco provenienti dall’ex fabbrica della “Pertusola Sud” di Crotone sono stati bonificati. Le località contaminate con gli scarti provenienti dalla vecchia industria sono le frazioni e contrade ricadenti nel Comune di Cassano Jonio, di Sibari, Tre Ponti e Chidichimo. Dopo più d’un ventennio dalla loro scoperta, le ferriti nocive sembra siano state rimosse (foto). I responsabili della “Syndial Spa”, la società del Gruppo Eni che s’occupa del risanamento ambientale, hanno comunicato ufficialmente che l’attività di rimozione è stata completata.
Negli anni Novanta gli scarti della “Pertusola Sud” che dovevano essere inviati in un impianto speciale in Sardegna, finivano invece nelle campagne della Sibaritide, tra i comuni di Cassano Jonio, Sibari, Francavilla Marittima e Cerchiara di Calabria. I carabinieri del Nucleo antisofisticazione ne ritroveranno ben trentacinquemila tonnellate. Ma, a bonifica completata, le ripercussioni delle contaminazioni da ferriti sulla salute umana purtroppo non sono state cancellate con la rimozione d’esse. E peseranno sulle teste d’intere generazioni del popolo sibarita. La Calabria infatti, secondo una recente ricerca, è la zona d’Italia più colpita dalle patologie tumorali. E la Sibaritide non fa alcuna eccezione a questo allarmante e drammatico dato. Qui, infatti, sono davvero tantissimi i casi di persone che s’ammalano di cancro. Tra loro moltissimi sono giovani. L’azienda sanitaria provinciale non dispone ancora del “Registro tumori”. E senza il registro è ben difficile quantificare il numero delle persone ammalate, o di quelle nel frattempo già decedute.
A parlare sono le famiglie che combattono ogni giorno accanto ai loro cari colpiti dal male, oppure quelli che si disperano per la perdita d’un loro congiunto. A nulla servono le campagne di sensibilizzazione e di prevenzione nel comprensorio jonico sibarita se poi qui, ad uccidere, è semplicemente l’aria che si respira…