«Mi piego ma non mi spezzo» sembra voler “dire” il povero cesto appeso all’apposito paletto sul lungomare di Schiavonea, a Corigliano Calabro. Comunque sia, l’immagine è una delle tante, tantissime d’una simbologia dalla casistica ormai infinita del degrado urbano – e sociale in un tutt’uno – che avvolge in una stretta morsa l’intera città jonica nel suo lungo e nel suo largo. E che non accenna alla benché minima battuta d’arresto.
L’inciviltà di tanti cittadini va a tristi nozze coi cattivi esempi provenienti sui più disparati fronti da parte degli amministratori e dei politici locali. L’altra parte dei cittadini – l’indebitamente detta “società civile” – ormai da tempo sembra del tutto assuefatta e non reagisce più a nulla. Parole tante e comunicati stampa a iosa su ogni materia dello scibile umano da parte d’associazioni sovente interessate soltanto a tornaconti di mera vanagloria politica. Per il resto nulla, il grande nulla…