«Ritengo doveroso – anche da parte mia – intervenire in merito a quanto riportato nell’articolo a firma di Fabio Buonofiglio, dal titolo: «Il Cine…“ferrovecchio” lo paga il Comune» (pubblicato nella pagina 16 del quotidiano “Il Garantista” di venerdì 18 settembre 2015; “rilanciato”, in pari data, su “Sibarinet” e su “Il Blog Corigliano Calabro <.it>”).
E’ il suo contenuto che mi ha spinto ad intervenire in quanto – tra l’altro – viene fatto riferimento (con informazioni del tutto inesatte e perciò non veritiere) al Cineclub “Franco Cristaldi” (Associazione di Cultura Cinematografica) di cui sono presidente da diversi anni.
E qui è appena il caso di dire che, parlando appunto di attività giornalistica, la stessa ha bisogno di sottoporre continuamente a verifica tutto ciò di cui si occupa. Diversamente si finisce, inevitabilmente, con l’offendere l’etica professionale, posto che la deontologia si pone a base di chi opera nei mass media.
Nell’esercizio delle proprie funzioni è, quindi, necessario fare i conti con una informazione essenzialmente e formalmente corretta.
Mi preme innanzitutto precisare che non è stato l’allestimento della rassegna cinematografica “Cinema estate 2015”, promossa ed organizzata appunto dal Cineclub “Franco Cristaldi” a far decidere il Comune di Corigliano Calabro a passare all’azione di recupero funzionale di uno dei due proiettori cinematografici di proprietà dello stesso Ente: il “Victoria 9”, costruito circa cinquant’anni addietro dalla Cinemeccanica di Milano.
Era, invece, già nei programmi di chi di competenza riacquisire al patrimonio comunale, il suddetto proiettore in tutta la sua efficienza. Ciò, quindi, non per essere posto in una “teca”, quale oggetto museale (non esiste, purtroppo, a Corigliano un Museo del Cinema), ma per renderlo godibile, attraverso la proiezione di film del suo passo, cioè in 35mm., pur sempre ancora disponibili a noleggio nonostante l’avvento del “digitale” cui si fa riferimento nell’articolo, le cui attrezzature (quelle sì!) davvero costose, per non dire anche del noleggio dei relativi film.
Il “Victoria 9”, già negli anni ’60 – lo ricordo benissimo perché da sempre appassionato di cinema e, perciò, assiduo frequentatore del vecchio Cinema Comunale (“Vincenzo Valente”) – subì degli ammodernamenti, quali l’installazione in verticale della lanterna con la lampada Xenon da 1600 W. Ciò in sostituzione dell’apparato cui venivano poste le due astine in carbone ramato.
Con l’intervento ultimo (quello in questione) è stata, invece, sostituita anche la fotocellula per la lettura della colonna sonora delle pellicole “cyan dye”, così come è stato necessario intervenire per la trasformazione dell’alimentazione del motore da “trifase” a “monofase”.
Non posso esimermi di fare rilevare – a tal proposito – che se oggi si parla ancora del proiettore in questione ciò lo si deve grazie all’atteggiamento premuroso e costante di chi, per circa quarant’anni, lo ebbe ad utilizzare nella cabina di proiezione del Cinema Comunale e, nel periodo estivo, in quella dell’Arena Italia. Mi riferisco a colui che tanto si è speso per il cinema a Corigliano, tanto da riconoscerlo oggi– a buon diritto – quale personaggio storico: il proiezionista Semeria Santella, il quale (mi risulta personalmente), fino a quando il “Victoria 9” è rimasto abbandonato e quindi inutilizzato in un magazzeno con il rischio di essere attaccato dalla ruggine in tutte le sue parti, si è sempre adoperato nelle forme più diverse, all’unico scopo di salvaguardarlo e, quindi, di evitare che risultasse inservibile.
Oggi, grazie all’oculata iniziativa dell’Amministrazione comunale, che ha reso concreto il necessario intervento per riportarlo alla sua originaria efficienza, il “Victoria 9” è tornato al suo antico splendore con la funzionalità e il ritmo scandito dai denti dei suoi molteplici ingranaggi, a mo’ di piacevole musica alle orecchie degli “addetti ai lavori”.
Altro che “ferrovecchio superato dalla storia e dal progresso tecnologico dei decenni”. Si tratta di un oggetto datato sì, ma sicuramente prezioso (peraltro pienamente funzionale) riacquisto – come già detto – al patrimonio del Comune a tutto beneficio anche di quella parte della popolazione appassionata della “Settima Arte”, cui è ora possibile dare l’opportunità, in tempi diversi, di poterne godere.
Il “Victoria 9”, di cui ci stiamo occupando – lo dico senza tema di smentita – non è assolutamente paragonabile a quelli indicati nell’altro articolo di domenica 20 settembre (sempre a firma di Fabio Buonofiglio) dal titolo “Vale al massimo 100 euro. Il Comune ne sborsa 2000”, pubblicato dal quotidiano “Il Garantista” e “rilanciato” anche questo, in pari data, su “Sibarinet” e su “Il Blog Corigliano Calabro <.it>”).
Evidentemente, Buonofiglio ignora la complessa struttura del proiettore cinematografico 35mm e quindi tutta la dotazione tecnica necessaria a farlo funzionare. Ebbene, mi farebbe immensamente piacere (anzi mi tornerebbe sinceramente utile) conoscere se vi è disponibilità (ed al prezzo di 40 euro o 100 euro) di quei proiettori cui si fa cenno nell’articolo di domenica 20 settembre u.s. perché sono pronto a comprarne almeno tre. A condizione che gli stessi devono, però, essere perfettamente funzionali e (incluso in quel prezzo indicato) dovranno essere compresi tutti gli altri oggetti indispensabili, a cominciare dal raddrizzatore e finire alle lenti, cioè i tre obiettivi: normale, panoramico e anamorfico, quest’ultimo indispensabile per la proiezione di pellicole in cinemascope. Buonofiglio dovrebbe sapere che il costo attualmente sul mercato di solo uno degli obiettivi sopra indicati non è inferiore alla media di 250 euro. Com’è dunque possibile sbarazzarsi di un proiettore con tanto necessario materiale per la sua funzionalità al prezzo di 40 euro?
Viceversa ne consegue che – in tal caso – si è veramente di fronte ad oggetto “ferrovecchio”.
Un altro interrogativo, infine, è d’obbligo: come potrebbe (o avrebbe potuto), allo stato attuale (e considerato gli alti costi), il Comune di Corigliano Calabro, dotarsi di un moderno videoproiettore digitale «da utilizzare all’occorrenza magari proprio all’interno del Teatro comunale “Valente”, nel Chiostro della Riforma oppure altrove…, seguendo un principio che è tra i fondamentali dell’economia politica», così come viene fatto rilevare nel primo articolo da Buonofiglio?»
Ernesto Paura
Presidente del Cineclub “Franco Cristaldi”