L’assessore Mingrone replica improvvidamente sulla recente riparazione dell’obsoleto cineproiettore di proprietà comunale nell’epoca del cinema digitale…
«Nella nostra città ultimamente cercano spazio alcuni soggetti che in ogni modo vogliono essere sensazionalisti e pensano di essere originali attribuendosi competenze che non hanno e arrogandosi il diritto di giudicare e valutare con superficialità tutte le scelte delle istituzioni». Parole e musica – proprio per le nostre orecchie – cantate e suonate dall’assessore alla Cultura del Comune di Corigliano Calabro, Tommaso Mingrone.
Il quale di musica evidentemente s’intende assai poco, men che meno di cinema, cinematografia e cinetecnica. Qualora se ne intendesse – o qualora si fosse informato prima d’aprire bocca per replicare a un nostro servizio di qualche giorno fa – l’assessore saprebbe che il cineproiettore “cimelio” di proprietà comunale, e che il Comune ha fatto di recente riparare per duemila euro Iva esclusa, ha un valore economico che grasso che cola parecchio s’aggira intorno al centinaio d’euro.
Ad “illuminare” l’assessore potrebbe valere una rapida consultazione in rete sul sito dell’azienda “Cinemec” di Firenze, che sul proprio profilo Facebook aziendale proprio in questi giorni ne ha messo in vendita uno di diversa marca ma con le stesse caratteristiche tecniche – ma, soprattutto, funzionante – alla modica cifra di quaranta euro «causa svuotamento magazzino». Ma l’amministrazione comunale coriglianese, come ribatte l’impavido assessore Mingrone, «ha inteso recuperare uno dei due proiettori storici di proprietà, quello meno datato e un tempo in dotazione al cinema comunale, facendolo riparare in modo da renderlo utilizzabile: quello che viene definito un ferrovecchio, il proiettore “Cinemeccanica Victoria 9” è oggi uno strumento pienamente efficiente per rassegne cinematografiche e per la storia della cultura e della tecnica del cinema, è un pezzo d’arte, che il Comune custodisce nella sede del Teatro Valente». A quel prezzo…aggiungiamo noi. Un’efficace rispolverata e una buona lucidata sarebbe infatti costata solo qualche ora di fatica a qualcheduno tra i dipendenti comunali addetti a tali mansioni, per poi metterlo in una teca all’interno dello stesso Teatro Valente, ex cinema comunale.
«Il recupero del proiettore – informa l’intrepido assessore – è stato finanziato con i fondi derivanti dalla tassa di soggiorno in piena sintonia con le finalità della stessa ed ha reso possibile quella che è stata la prima di una lunga serie di rassegne cinematografiche, con l’intento di diffondere la cultura e la storia del cinema fra i giovani; per chi non lo sapesse o purtroppo per lui, i film, sia quelli storici, sia quelli classici, sia i moderni, tranne i recentissimi con tecnologia digitale, sono reperibili nel circuito e possono essere trasmessi con la tecnologia del proiettore recuperato, come è avvenuto per la recente rassegna». Certamente. Ma oltre al “circuito” – che ovviamente li conserva – gli stessi (tutti) si trovano pure in digitale. E il Comune di Corigliano Calabro è come se avesse “recuperato” nel 2015 l’“Apollo 11” del 1969 con cui il comandante Armstrong raggiunse, per la prima volta nella storia umana, la luna. E l’assessore, forse, è “stralunato”…