ALTO JONIO – Poste Italiane, invece di assumere altro personale per concedere le legittime ferie ai propri dipendenti e per dare ossigeno alla disoccupazione, taglia il servizio nei paesi più piccoli creando gravi disagi e forte malcontento soprattutto nella popolazione anziana.
Ecco allora che ben sette comuni montani (Alessandria del Carretto, Longobucco, Nocara, Terravecchia, Laino Castello, Montegiordano e Pietrapaola), vittime della riduzione dell’orario, hanno deciso di fare rete e per risparmiare le spese legali e di giustizia hanno fatto ricorso al Tar della Calabria per chiedere la sospensione del provvedimento adottato da Poste Italiane ritenuto iniquo e discriminatorio. L’idea di ricorrere al Tribunale amministrativo è stata assunta a seguito di una riunione dei 7 sindaci i quali, hanno nominato loro patrocinatore l’avvocato Carmelo Salerno ed hanno presentato ricorso al Tar per chiedere l’annullamento, previa sospensione degli atti che Poste Italiane ha loro recapitato e «ad impedire – si legge nella nota diffusa dal sindaco di Nocara Francesco Trebisacce – un’evidente ingiustizia sociale nei confronti di popolazioni già di sé provate da numerosi altri disagi che la politica di un Governo ed un Parlamento assolutamente inadeguati pongono in essere nei confronti dei comuni più piccoli dell’entroterra calabrese». In realtà, secondo quanto si legge nella nota, Poste Italiane già in data 5 febbraio 2015 aveva annunciato la riduzione dei giorni di servizio in detti comuni a partire dal 13 aprile 2015. «Dopo le legittime proteste – si legge nella nota – da parte dei comuni sottoposti all’ennesimo sopruso, Poste Italiane aveva deciso di sospendere momentaneamente l’annunciata riduzione d’orario». Ma ecco che in data 1 luglio 2015, con una successiva comunicazione, è stato annunciato che la riduzione minacciata prima dell’estate sarebbe andata a regime dal prossimo 7 settembre. Da qui la decisione dei sindaci di adire le vie legali e di proporre ricorso al Tar. Prosegue intanto la battaglia, da parte del sindaco di Rocca Imperiale Giuseppe Ranù il quale, forte della sentenza del Tar del Lazio che nei mesi scorsi, accogliendo il ricorso presentato dal comune di San Pietro in Guarano (CS), ha riaperto l’ufficio postale della frazione “Redipiano” legittimando la pregiudiziale di “utilità sociale”, ha rilanciato la sfida a Poste Italiane per ottenere, con la stessa motivazione, la riapertura degli uffici postali definiti “a basso traffico”, tra cui quelli di Rocca-Paese, Roseto-Paese, Montegiordano-Marina, Castroregio, Trebisacce-Centro Storico e Villapiana-Scalo.
Pino La Rocca