Spesi oltre 10mln di euro ma peggio di prima.Perdite sulle reti di circa il 50%
Dichiarazione del Geologo Tonino CARACCIOLO (già Sindaco di Rossano)
ROSSANO – La mancanza d’acqua nel mese di agosto è l’emblema di una generale situazione di cattiva gestione delle risorse a livello regionale e comunale. Da anni le statistiche ufficiali segnalano l’enorme quantità di perdite delle reti adduttrici e di distribuzione sicché i comuni pagano quantitativi che poi non distribuiscono perché le reti interne perdono tra il 30 ed il 50%.
Sul fronte fallimentare del carrozzone Sorical c’è da registrare che la Società non manutiene le sue reti talune delle quali, come l’acquedotto del Fallistro, ormai obsoleti essendo stati realizzati tra 40 e 60 anni addietro, né si adopera per la ricerca di nuove fonti.
La vicenda Sorical è simbolica del fallimento delle politiche dell’acqua nel Mezzogiorno e ripropone in pieno le battaglie sull’acqua pubblica che il Sindaco di Saracena, Mario Albino GAGLIARDI, meritoriamente e solitariamente conduce.
Le riunioni, gli incontri, le proteste di questi giorni servono solo a placare una opinione pubblica che ormai non ne può più. Rossano ha bisogno urgente di un piano organico di riefficientamento delle reti interne i cui punti cardine sono rappresentati dai seguenti elementi:
1) avere esatta contezza del differenziale tra volumi di acqua fatturati della Sorical al Comune e da questo ai cittadini;
2) esaminare criticamente lo stato e la funzionalità degli interventi effettuati sulle fonti e sulle reti dal Comune di Rossano perché, evidentemente qualcosa non quadra, avendo investito oltre 10 milioni di euro (solo nel centro storico credo siano più di tre con l’effetto che la crisi anziché attenuarsi si è aggravata);
3) fare una grossa autocritica circa i mancati investimenti per il telecontrollo delle reti, la riduzione dei consumi elettrici, l’uso del fotovoltaico per ridurre la bolletta elettrica, ecc.;
4) progettare con ogni urgenza nuove condotte di collegamento tra alcuni campi pozzi esistenti e le aree di utilizzo con l’obiettivo di alimentare autonomamente la frazione S.Angelo, non creare disservizi allo scalo. Approntare un progetto di manutenzione straordinarie dei pozzi esistenti;
5) ricercare nuove fonti in montagna per ridurre gli impianti di sollevamento come quello che dalla contrada Cona solleva l’acqua al centro storico consumando un “pozzo” di soldi;
6) controllare rigorosamente quanti e quali siano gli allacci diretti alle condotte adduttrici (cioè prima dei serbatoi).