Il sindaco Geraci si “autogiustifica”. Russo (Udc) accusa i capisettore. Non c’è nessuno…
Vox clamantis in deserto. Ma non siamo verso la riva del Giordano e non c’è nessun Giovanni Battista. Fuori in migliaia quotidianamente si rivoltano loro contro in ogni modo, altro che conversione! Municipio di Corigliano Calabro, anno del Signore 2015: la calda giornata di ieri vede scorrere al cospetto di nessuno la seduta del Consiglio comunale.
Col sindaco, Giuseppe Geraci, il quale s’esercita nel consueto piagnisteo sui problemi insormontabili della città, come a voler autogiustificare un’incapacità amministrativa che in ogni luogo della città gli si imputa, per sua stessa ammissione. Soccorso ed assolto da Cataldo Russo dell’Udc, il quale accusa, e molto pesantemente, la burocrazia comunale. In particolare i responsabili dei vari settori amministrativi.
Russo fa riferimenti impliciti parlando d’«infedeltà». Dice ma non dice nulla, il linguaggio è criptato.
Il resto sono gli ormai consueti attacchi autodifensivi rivolti a certa stampa da parte dello stesso sindaco Geraci, e qualche vanaglorioso intervento da parte d’alcuni consiglieri della maggioranza civica ispirata al centrodestra e delle ormai sparutissime minoranze.
Il risultato? L’approvazione d’un bilancio di previsione stringatissimo.
A dispetto delle espressioni di voto, l’unico apparso decisamente contrario e contrariato è Francesco Sapia del Movimento Cinque Stelle. Da parte dei consiglieri del Partito democratico le solite carezze col broncio.
Non sono rappresentati tra i banchi del Consiglio e s’oppongono da fuori “Sinistra, ecologia e libertà” e il Partito socialista. Ma a Corigliano Calabro sono ormai morte da tempo tanto la politica quanto le istituzioni…