Sul fronte NO TRIV ci vogliono iniziative istituzionali concrete e non solo sterili prese di posizione. E’ quanto ha affermato il sindaco di Amendolara Ciminelli riferendosi alla presunta latitanza del presidente Oliverio sul problema delle trivellazioni nel mare Jonio. «Il presidente Oliverio – ha dichiarato Ciminelli nel corso di un incontro tematico svoltosi nel suo comune tra amministratori di Calabria, Basilicata e Puglia e attivisti No Triv tra cui il coordinatore del movimento Alfredo Santarcangelo – avrebbe dovuto opporsi alla richiesta di concessione e non lo ha fatto. I proclami – ha aggiunto Ciminelli dando ragione alla rete delle associazioni R.a.s.p.a. che ha fatto la stessa osservazione – servono a poco. Servono invece azioni forti e proteste vibranti ed è necessaria una convinta sinergia virtuosa delle istituzioni per portare a Roma, nel palazzo, la nostra causa». In realtà il presidente Oliverio, tirato per la giacca, ha precisato: «Tra i primi atti assunti, ho presentato ricorso presso l’Alta Corte impugnando la legge emanata dal Governo con cui si esautoravano le regioni dai pareri vincolanti su problematiche così rilevanti. Comunque sin da ora – ha aggiunto il presidente della regione Calabria – posso anticipare che, insieme al Governatore della Puglia Emiliano promuoveremo, nelle prossime settimane, un’azione comune per contrastare, con determinazione e forza, il decreto sulla ricerca degli idrocarburi in mare». Come seconda iniziativa istituzionale il presidente Oliverio ha assunto formale impegno di ricorrere, come Regione Calabria, al Tar del Lazio contro il decreto emanato il 12 giugno scorso dal ministero dell’Ambiente che ha dato il via-libera a Enel-Longanesi di effettuare ricerche di idrocarburi in mare con la tecnica “Air Gun” che può risultare fatale per il particolare eco-sistema marino dello Jonio settentrionale». Pino La Rocca