Dopo i diversi casi di furti e vandalismo all’interno delle abitazioni di villeggiatura estiva, la zona cosiddetta del “Monte” di Cassano Jonio, località di collina che sovrasta la cittadina, ritorna sotto i riflettori della cronaca. Stavolta si tratta di randagismo animale, e, in particolare, di cani randagi.
All’associazione animalista “Salvazampe”, nata sul territorio con l’obiettivo dichiarato d’operare in difesa degli animali e dei loro diritti, nonché di promuovere attraverso attività di volontariato da parte degli operatori l’educazione e il rispetto verso il mondo a quattro zampe, arrivano tante, tantissime denunce di cani avvelenati nella zona.
Sembra vi sia proprio qualcuno – o più di qualcuno ? – che “si diverte” a spargere bocconi avvelenati in “punti strategici” come i margini delle strade oppure vicino ai cassonetti della spazzatura.
Da alcune segnalazioni, emergerebbe la figura d’un uomo sulla cinquantina che sarebbe (male)intenzionato a “combattere” il fenomeno del randagismo una volta per tutte. Sopprimendo in questo modo brutale le povere bestiole. E purtroppo, in mezzo ai randagi, vi sono pure i cani regolarmente condotti dai proprietari. Che, pure, incappano nella “rete mortale”.
I cagnolini, infatti, durante le passeggiate, mangiano tutto quello che trovano per strada. Una ragazza denuncia la morte dei suoi tre cani proprio per avvelenamento. E non è l’unica ad avere perso in questo modo il suo fedele amico.
La presidente dell’associazione “Salvazampe”, Felicia Laurito, pone l’accento sulla drammatica situazione del randagismo che nel vasto territorio cassanese continua a proliferare, e quindi a dilagare.
Sarebbe opportuno, a questo punto, che le istituzioni pubbliche – il Comune in particolare – ancor prima delle associazioni animaliste e di volontariato, prendessero in mano e sul serio la drammatica e indecente situazione del randagismo, che conduce a fenomeni di barbarismo come nei casi denunciati al “Monte”.
Quali i progetti da parte dell’amministrazione comunale “in materia”? Quali gl’impegni e le azioni concrete finora poste in essere per arginare il fenomeno del randagismo e scongiurare le stragi di cani randagi uccisi dalle polpette avvelenate da chi cerca e trova una facile “via di giustizia” facendo il forte con creature animali deboli e indifese? Al Comune ed alle istituzioni locali in genere va forse ricordato che vi sono delle leggi dello Stato in materia di rispetto e protezione della vita animale? Ai cittadini ricordiamo invece di continuare a denunciare…