Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato i provvedimenti richiesti dai magistrati antimafia contro i due ritenuti “capi-’ndrina” di Corigliano Calabro
Per il 46enne Filippo Solimando ed il 42enne Salvatore Nino Ginese, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato i provvedimenti che li assegnano al regime carcerario “duro”, ossia quello previsto dall’articolo 41-bis della legge sull’ordinamento penitenziario italiano.
Già, perchè gli stessi sono ritenuti i “capi” della ‘ndrina di Corigliano Calabro oltre che supposti affiliati al locale di ‘ndrangheta cosiddetto degli “zingari” che da Cassano Jonio domina criminalmente l’intera area jonica della Piana di Sibari, spingendosi finanche oltre i confini della Calabria settentrionale stessa, nella provincia lucana di Matera.
Solimando e Ginese, entrambi coriglianesi ed il primo proprio d’origini lucane, unitamente al 25enne latitante Luigi Abbruzzese di Cassano Jonio sono ritenuti dalla Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro il “triumvirato” al vertice del locale degli “zingari”, la potentissima consorteria criminale che da numerosi anni tiene banco nel vastissimo e ricco comprensorio della Sibaritide, infiltratasi stabilmente nei tessuti economici d’ogni tipo di settore.
I due sono detenuti in carcere dallo scorso 16 febbraio, in forza dell’ordinanza applicativa di custodia cautelare emessa nell’ambito della maxinchiesta antimafia denominata “Gentleman”.
I provvedimenti del Ministro Orlando, scattati su richiesta della Procura antimafia di Catanzaro guidata da Antonio Vincenzo Lombardo, sono stati notificati agl’interessati nella giornata di sabato scorso.
Solimando e Ginese – difesi dagli avvocati Fabio Salcina il primo, Giovanni Zagarese e Pasquale Di Iacovo il secondo – in virtù del nuovo regime carcerario sono stati già trasferiti dai penitenziari in cui si trovavano detenuti, in altri istituti di pena italiani in cui viene applicato il regime del 41-bis.
Una trentina in tutto gl’indagati finiti in carcere all’alba dello scorso 16 febbraio, allo “scoccare” della maxioperazione di polizia giudiziaria “Gentleman” diretta dai magistrati della Dda catanzarese e condotta dagli uomini del Servizio centrale d’investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di Finanza, attraverso una retata finalizzata a stroncare un colossale traffico di sostanze stupefacenti condotto su scala intercontinentale.