Lettera aperta dei segretari Cgil-Cisl-Uil ai primi cittadini. Una “sortita” su questioni già “in cantiere” che giunge in ritardo…
“In principio” fu la Provincia, poi se ne parlò sempre meno fin quando non se ne parlò proprio più. Adesso – pur, magari, volendo – non se ne potrebbe neppure “riparlare” dal momento che le province sarebbero state “in teoria” eliminate da Governo e Parlamento.
E allora la “modaiola” politica jonico-sibarita ha mano mano imposto sempre nuovi neologismi: “Conurbazione”, “Area urbana”, “Unione di Comuni”, “Fusione di Comuni”, “Area vasta” e perdonateci se, forse, ce n’è “sfuggito” qualcheduno.
Il comprensorio, però, da oltre un ventennio, ogni giorno che passa segna sempre più il passo. Perde istituzioni, servizi, lascia al proprio inesorabile destino d’abbandono le infrastrutture esistenti e non ne “ottiene” di nuove che unitamente alle prime sarebbero necessarie al territorio ed alla sua sempre più fragile economia oramai debolissima, anzi allo stremo, ai suoi cittadini. Ed ai suoi politici e politicanti. Tra costoro i capovolgimenti di ruoli e funzioni sociali sono all’ordine del giorno in quella quotidiana “babele” di parole che riempie le pagine dei giornali troppo spesso solo ed esclusivamente per il mero autocompiacimento d’aver proferito il proprio “verbo” del giorno.
Così succede che le Istituzioni elettive – sindaci e consigli comunali – e i partiti politici di loro “supporto” non s’occupino nè si preoccupino di talune importanti questioni più di quanto se ne occupino e se ne preoccupino – ad esempio – i sindacati. Che, a loro volta, s’occupano e si preoccupano sempre meno delle condizioni dei lavoratori d’ogni settore, che dovrebbero “rappresentare” ed i quali troppo spesso non si sentono rappresentati per nulla da un sindacato “politicante” ed “istituzionaleggiante”.
L’ultima “sortita” – e, “buonisticamente”, bisogna persino considerarla come una positiva spinta propulsiva – arriva dai segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil, Angelo Sposato, Tonino Russo e Roberto Castagna. I quali hanno inviato un’accorata lettera aperta ai sindaci del comprensorio jonico-sibarita. Vediamo. «La difficoltà e le emergenze del nostro territorio, tra i più vasti della Calabria – scrivono – ci impongono una comune riflessione allo scopo d’attivare ogni convergenza per agire congiuntamente sui temi dello sviluppo e del lavoro, per dare fiducia e speranza di cambiamento alle nostre popolazioni; siamo molto preoccupati – insistono – per l’acutizzarsi della crisi che spinge i nostri giovani ma anche intere famiglie ad una migrazione extraregionale che ha ripreso i livelli degli anni ‘60-’70, le nostre aree interne si stanno spopolando, l’area della povertà, non più tollerabile, ha raggiunto dimensioni che a voi sono note. I temi del lavoro, dello sviluppo, dell’assetto idrogeologico e della manutenzione del territorio, della salute, della mobilità e dei trasporti, della legalità, sono temi che dovranno necessariamente tenere conto d’un progetto unitario delle nostre comunità, dei lavoratori, delle imprese, e lì dove è possibile occorre individuare una comune strategia da sottoporre ai governi regionale e nazionale nell’ambito delle opzioni che ci offre anche la spesa comunitaria 2014-2020. Sarebbe un errore strategico – continua la missiva aperta – non cogliere le disponibilità offerte dal nuovo Governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio, nella sua campagna d’ascolto tenuta a Sibari nei giorni scorsi: i temi da noi citati e che vorremmo sottoporre alla vostra attenzione si potrebbero approfondire in un’apposita conferenza programmatica che potremmo tenere insieme a breve, in un’idea d’area vasta che non pregiudica la possibilità che avrete di incidere a livello istituzionale nei diversi progetti in itinere d’unioni e fusioni di Comuni, condivisibili, ma che seguono una via esclusivamente istituzionale e che tengono conto delle riforme in atto».
Ed è proprio su quest’ultimo “periodare” che “casca l’asino”: la triade sindacale confederale rimescola le carte al tavolo d’un già confusionario dibattito politico, istituzionale, pseudo “movimentista” e scarsamente “sociale”, che nel comprensorio jonico-sibarita sta tenendo banco ormai da mesi e mesi senza soluzione di continuità e senza alcun seguito popolare.
«I temi dello sviluppo e del lavoro – concludono i tre sindacalisti – a nostro parere dovranno trovare proposte e sintesi attraverso un confronto del partenariato istituzionale, economico e sociale, aperto ai fermenti sani e a tutti gli attori sociali del territorio: per queste ragioni – ed ecco l’invito rivolto ai sindaci – riteniamo utile in questa fase un incontro congiunto da tenersi a breve, a Sibari, per stabilire insieme le priorità del territorio».
Che effetto sortirà? Lo scopriremo solo vivendo…
Assemblea permanente dei sindaci: prossima riunione a Trebisacce
L’assemblea permanente dei sindaci della Sibaritide c’è già. Ha stabilito la “sede fisica” a Corigliano e la sua prossima riunione a Trebisacce per occuparsi dell’emergenza sanitaria territoriale. L’ha fatto sabato 14 marzo scorso all’unanimità dei sindaci presenti – e c’erano praticamente tutti – concordando che le sue riunioni «saranno a cadenza mensile, itineranti nei diversi comuni che, di volta in volta, si candideranno ad ospitarle».
L’obiettivo che si sono dati i primi cittadini è quello di «cominciare a costruire, con una sola voce, una reale, adeguata ed utile interlocuzione con la Regione Calabria». E con una premessa ribadita a chiare lettere in diversi interventi, vale a dire «l’ammissione di responsabilità bipartisan e l’autocritica trasversale, come classe amministrativa e politica, per non aver preferito per il passato la via dell’unione su tante questioni».
Ai sindacati forse questo era “sfuggito”. O forse no.