Il pm Rizzo vuole assumere nuove prove contro il dottor Garasto attraverso due importanti testimonianze
S’infittisce la maglia filata dalla Procura di Castrovillari nell’ambito della maxi-inchiesta “Medical Market” che vede nella scena centrale delle indagini l’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano Calabro.
Il sostituto procuratore Simona Rizzo ha infatti depositato una richiesta d’incidente probatorio in merito al presunto caso d’infanticidio che vede indagate quattro persone.
Si tratta del medico 53enne coriglianese Sergio Garasto, della 37enne coriglianese Stefania Russo, della 43enne coriglianese Nunziatina Falcone e del 33enne coriglianese Piero Andrea Zangaro.
Il quartetto è indagato, in concorso, per la ritenuta “soppressione” del feto partorito al settimo mese di gestazione dalla Russo.
Per tutti il pm Rizzo aveva richiesto al giudice per le indagini preliminari, Letizia Benigno, l’applicazione della misura cautelare in carcere, richiesta rigettata dallo stesso giudice che il 16 gennaio li aveva invece destinati gli arresti domiciliari.
Successivamente erano stati tutti rimessi in libertà. Il medico Garasto da parte dello stesso gip Benigno a seguito dell’interrogatorio di garanzia, gli altri tre da parte dei giudici del Tribunale del Riesame di Catanzaro, i quali, valutata positivamente ed accolta l’istanza motivata dal loro difensore, l’avvocato Fabio Salcina, avevano annullato l’ordinanza emessa nei loro confronti dal gip castrovillarese.
La Procura non s’è però mai data “per vinta”.
Già, perché proprio presso il Riesame catanzarese pende in giudizio l’atto d’appello del pm Rizzo teso anch’esso ad ottenere l’annullamento dell’ordinanza applicativa delle misure cautelari emessa dal gip Benigno e, contestualmente, a fare accogliere ed applicare le proprie richieste di misure cautelari: in carcere.
E proprio in attesa che il Riesame sciolga la riserva posta sulla decisione a seguito dell’udienza tenutasi giovedì scorso, ecco che affiora la “novità”.
Già, proprio quella relativa alla richiesta d’incidente probatorio.
Si tratta, in sostanza, d’un atto teso ad assumere ulteriori mezzi di prova contro gl’indagati nella fase che precede l’eventuale dibattimento processuale.
L’incidente probatorio è stato richiesto al gip nei confronti della 41enne coriglianese Filomena Spataro – indagata nell’ambito della stessa maxi-inchiesta – e nei confronti della 38enne Assunta Cozza di San Giorgio Albanese, ostetrica presso l’ospedale “Compagna”.
Anche se non si conoscono le motivazioni alla base della richiesta del pm Rizzo, è facile ipotizzare su quali circostanze il magistrato voglia raccogliere nuove prove contro i quattro indagati attraverso tali due testimonianze.
Filomena Spataro, interrogata in fase d’indagini preliminari, avrebbe infatti reso dichiarazioni ritenute “interessanti” circa il falso sinistro che le viene contestato dalla Procura, e, in particolare, su una “proposta” che le sarebbe stata fatta per simulare un aborto.
L’ostetrica Assunta Cozza – la quale, dobbiamo sottolinearlo, non è indagata bensì testimone – nel 2012 avrebbe invece “bloccato” una condotta “sospetta” da parte del medico Sergio Garasto. E di recente ne avrebbe riferito agl’inquirenti…