Terza parte dell’interrogatorio di garanzia del Gip Letizia Benigno al dottor Sergio Garasto indagato per infanticidio
Ecco il terzo stralcio – uno dei più drammatici – dell’interrogatorio di garanzia del medico 53enne Sergio Garasto indagato per un presunto infanticidio e per altri reati nell’ambito della maxi-inchiesta “Medical Market”, comparso dinanzi al Giudice per le indagini preliminari di Castrovillari, Letizia Benigno, lo scorso 27 gennaio.
Gip Benigno: «E allora, quindi, mi stava dicendo, in quel momento arriva la signora Russo con il bimbo fra le gambe e…»
Garasto: «Sì. Allora io mi sono subito reso conto della… dell’immensa gravità del… insomma, del caso. Ho visto… quindi, abbiamo abbassato il pantalone e abbiamo visto questo feto che era gigantesco, un bel feto, formato, tutto quanto, e la cosa che mi ricordo più che m’ha fatto impressione da padre, era freddo. Tant’è vero che io ho toccato il feto, ho toccato, era freddo, quindi mi son messo il fonendo, ho sentito la carotide, non batteva, ho sentito il cuoricino e non batteva, ho provato con due dita, che poi con due dita gli schiacci tutto, con due dita, ha provato a fare una cosa, ma si vedeva già era… io ho fatto… non ho fatto altro che constatare la morte del feto. Il feto era già morto, era cianotico, immobile, freddo, e quindi io mi sono subito preoccupato, insomma, dell’altra gravità che poteva essere imminente, quella di una emorragia della mamma. Tant’è vero che nel frattempo che questa… questa… la mamma con il feto era su una barella, che sto visitando, la barella, tenete presente, ha le ruote e quindi si può anche muovere, ecco da qui anche il fatto che l’infermiera dice che avesse visto muovere la cosa, la manina, se io… se muovo la barella, quella si… ha potuto pure vedere questo movimento. Ma, ripeto, il feto era… io ho constatato il decesso, il feto era morto, cianotico, freddo. Era freddo. Allora, nel frattempo che ho visto questo, ho detto all’infermiera di cominciare a segnare sul computer i dati, insomma, della paziente, perché lì non c’è… a Corigliano non esiste triage, quindi ho detto all’infermiera: “Incomincia a segnare quello… nome e cognome della paziente”, e io ho… dopo aver constatato il decesso di feto mi sono dedicato alla madre. Alla madre… ho detto all’infermiera immediatamente di trovare una vena per fare un prelievo di sangue, per fare un po’ di accertamenti, “Nel frattempo chiamate anche il ginecologo e dite che stiamo arrivando su con questo… con questo caso”. Preso la vena, preso il sangue, ho accompagnato io stesso, insieme… mò non ricordo se l’ausiliario o l’infermiere, l’abbiamo preso, abbiamo portato il tutto, con la barella, dentro l’ascensore, e siamo andati lì al terzo piano, in ginecologia dalla dottoressa Pagliuso e gli facevo vedere subito la gravità del fatto, ovviamente anche lei si rendeva conto della… che il feto fosse morto e quindi pure lei subito ha pensato a portare la paziente in… in sala parto per recidere il cordone e fare l’assecondamento. Dopodiché, io sono sceso giù, sempre insieme… sono andato subito a chiamare i carabinieri e le mie parole sono state queste: “Mandatemi una pattuglia”, queste me le ricordo, “mandatemi una pattuglia perché qui c’è una signora con un feto morto che dice di avere avuto un incidente, ma tutto è tranne che un incidente”, e vi prego cercate di prendere anche l’intercettazione»…