Il Gip che lo ha liberato lo scrive a chiare lettere. Per Russo e Zangaro decide oggi il Tribunale del Riesame
Ecco il testo dell’ordinanza depositata lunedì 3 febbraio scorso da parte del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Letizia Benigno, in cui, a seguito dell’interrogatorio di garanzia del dottor Sergio Garasto, il togato sostituisce la misura cautelare degli arresti domiciliari allo stesso indagato.
«Il Gip, esaminati i contenuti dell’interrogatorio di garanzia reso dal dottor Sergio Garasto; precisato che l’assunto secondo cui il feto di Russo Stefania sia giunto vivo in Pronto soccorso deriva da una serie di elementi convergenti costituiti dai contenuti delle captazioni che riportano i convincimenti degli infermieri presenti, dalle sommarie informazioni testimoniali sul punto della ginecologa Pagliuso, dalla constatazione di lieve e non evidente cianosi sul corpo del bimbo riportata nella relazione dei consulenti del Pubblico ministero; precisato che, quand’anche tale circostanza dovesse in futuro essere smentita con argomenti plausibili non affidati alle sole dichiarazioni dell’indagato, non verrebbero meno il concorso morale del Garasto nel grave fatto di cui al capo 1); ritenuto che in punto di “accordo criminoso” con i coindagati Falcone, Zangaro e Russo poco convincenti risultano le spiegazioni fornite dal Garasto con riferimento alle ragioni degli stabili e frequenti contatti e degli incontri con la Falcone nei giorni precedenti l’aborto; rilevato in particolare che a detta dell’indagato, tra la donna e il medico si sarebbero registrate telefonate frequenti perché la donna stava cercando di avere un bambino ed il Garasto le consigliava il da farsi, ivi compresa necessità di smettere di assumere tranquillanti, donde la frase “…è l’unico modo per stopparsi… che è ottimo anche” riportata in atti; ritenuto che tale spiegazione appare implausibile sia perché il Garasto non sembra avere specifiche competenze come ginecologo e/o esperto di problemi di infertilità sia perché immediatamente dopo il fatto stranamente i contatti tra i due, ed anche con lo stesso Zangaro, cessano improvvisamente; precisato che in punto di esigenze cautelari hanno assunto un peso rilevante anche gli altri reati rispetto ai quali è stata riconosciuta esistente la gravità indiziaria a carico del Garasto; rilevato tuttavia che l’interrogatorio espletato ha consentito di apprendere che il dottore Garasto è stato dall’Azienda sanitaria provinciale trasferito presso il presidio ospedaliero di Castrovillari dopo le vicende del 2012 e che, dopo una permanenza in Pronto soccorso, attualmente lo stesso presta servizio nel reparto di Pneumologia, quindi in settore dove pare più difficile, pur se non impossibile, reiterare analoghe condotte; ritenuto pertanto che le esigenze cautelari già evidenziate nella ordinanza applicativa possano essere soddisfatte anche con la misura interdittiva di cui all’art 289 cpp, inibendo all’indagato l’esercizio della professione di medico ospedaliero per la durata di mesi due; per questi motivi, letti gli artt. 299 e 289 cpp, sostituisce per Sergio Garasto la misura in atto con quella della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio di medico ospedaliero di struttura pubblica per mesi due. Trasmette all’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza – Direzione generale per conoscenza e per quanto di competenza».
Oggi, frattanto, il Tribunale del Riesame di Catanzaro dovrebbe pronunciarsi sulle posizioni dei coindagati Stefania Russo e Piero Andrea Zangaro, entrambi difesi dall’avvocato Fabio Salcina.