Sergio Garasto utilizzava anche schede intestate ad un pensionato ultraottantenne e ad una giovane falsa bracciante agricola
Hanno già depositato le istanze di riesame presso il Tribunale della Libertà di Catanzaro i difensori dei principali indagati nell’ambito della maxi-inchiesta “Medical Market”, che ha visto finire agli arresti domiciliari quattro persone di Corigliano Calabro in un’indagine che vede complessivamente 144 indagati ai quali è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari vergato dal Gip Margherita Letizia Benigno che ha emesso sette misure cautelari.
E in attesa che vengano fissate le udienze di riesame emergono nuovi spaccati dalle voluminose carte d’indagine.
In particolare spicca la figura del medico 53enne Sergio Garasto, all’epoca dei fatti in servizio presso il Pronto soccorso dell’ospedale “Guido Compagna”, finito agli arresti domiciliari, assistito e difeso dagli avvocati Giuseppe Zumpano, Osvaldo Romanelli e Francesco Nicoletti.
L’indagato “numero uno” della maxi-inchiesta temeva di poter essere telefonicamente intercettato. E utilizzava, perciò, varie utenze telefoniche anche a lui non intestate.
In un’informativa della Guardia di Finanza del 3 aprile 2012 indirizzata alla Procura si rappresentava che il dottor Garasto utilizzava l’utenza mobile n. 3275828***.
Attraverso una telefonata con numero non visibile veniva verificato che l’interlocutore era il dottor Garasto: l’ufficiale di polizia giudiziaria operante infatti chiedeva «Dottor Garasto?» e l’interlocutore rispondeva «Sì».
Da interrogazioni alla banca dati della Wind, l’utenza risultava attivata il 15 gennaio 2010 ed intestata ad L.F., nato ad Acri nel 1931.
Da un’ulteriore attività informativa della Finanza, il dottor Garasto risultava utilizzare o gestire pure altre utenze mobili, mentre quella lui intestata risultava essere stata disattivata.
Da interrogazioni alla banca dati Wind era emerso, in particolare, che l’utenza n. 3296940*** risultava intestata ad M.C.R. nata a Corigliano Calabro nel 1984, ed attiva dall’8 gennaio 2008.
I finanzieri verificavano l’effettivo utilizzatore dell’utenza, identificato nel dottor Garasto, mentre l’intestataria dell’utenza risultava presente quale falsa bracciante agricola per gli anni 2007 e 2008 negli elenchi di due cooperative finite nel mirino degl’investigatori e della stessa Procura.
Quindi, unitamente all’utenza telefonica fissa intestata a Garasto e già sottoposta ad intercettazione telefonica, i pubblici ministeri Vincenzo Quaranta e Simona Rizzo, chiesero ed ottennero dal Gip Benigno il decreto che autorizzava le intercettazioni pure sulle due utenze mobili a lui non intestate ma da lui soltanto utilizzate con una serie di motivazioni tra le quali: «…il dottor Garasto non pare esimersi dal parlare telefonicamente delle sue illecite attività e dalle conversazioni che avranno luogo potranno emergere importanti elementi nella prospettiva diretta a verificare la sua effettiva partecipazione al sistema ipotizzato e ad accertare il suo ruolo e grado di coinvolgimento ed i suoi rapporti con gli altri indagati…».
E un’indagata aveva persino riferito agl’inquirenti d’aver avuto contatti telefonici con Garasto per la falsificazione di suoi certificati medici da utilizzare per truffare una compagnia assicurativa…