Ieri l’interrogatorio dell’indagato “numero uno” della maxi-inchiesta “Medical Market”
Circa tre ore d’interrogatorio. Un fuoco di fila di domande all’indirizzo del medico 53enne Sergio Garasto da parte del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Margherita Letizia Benigno, nel primo faccia a faccia a Palazzo di Giustizia con l’indagato “numero uno” della maxi-inchiesta “Medical Market”.
Quella che giovedì scorso ha visto Polizia e Guardia di Finanza notificare, a Corigliano Calabro, un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di sette persone e complessivi centoquarantaquattro avvisi di garanzia a conclusione delle indagini preliminari.
Un’inchiesta giudiziaria voluminosissima che consta di ben cinquantatrè capi d’imputazione per un’altrettanto voluminosa serie di reati contestati agl’indagati da parte dei pubblici ministeri Vincenzo Quaranta e Simona Rizzo.
Dall’omicidio volontario e premeditato d’un neonato al falso ideologico e materiale in atto pubblico, dalla corruzione al peculato, dalla frode alla truffa ai danni dello Stato.
L’infanticidio, la più pesante delle accuse con un quadro indiziario che il Gip definisce «grave», è rivolta in concorso al dottor Garasto, alla 37enne Stefania Russo – madre di quel feto al settimo mese di gestazione che sarebbe stato partorito in modo “primitivo” e soppresso nel Pronto soccorso dell’ospedale “Compagna” di Corigliano Calabro – alla 43enne Nunziatina Falcone e al 33enne Piero Andrea Zangaro, questi ultimi amici e ritenuti complici della puerpera. Tutt’e quattro finiti agli arresti domiciliari.
Rispondendo alle domande del Gip Benigno, il dottor Garasto – assistito e difeso dagli avvocati Giuseppe Zumpano ed Osvaldo Romanelli – s’è protestato innocente ed estraneo alle contestazioni formulate nei suoi confronti dai Pm che hanno trovato riscontro nell’ordinanza emessa dallo stesso Gip.
L’ex medico di Pronto soccorso dell’ospedale di Corigliano Calabro, ora sospeso dal servizio da parte dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza dall’ospedale “Ferrari” di Castrovillari dove alla fine del 2012 era stato trasferito, ha dunque energicamente respinto l’accusa d’omicidio volontario e tutte le altre accuse formulate a suo carico.
L’interrogatorio
«Non sono il dottor morte»: nel protestarsi innocente contestando le accuse mossegli dal Gip, Sergio Garasto ha pronunciato le proprie “verità” in relazione ai propri rapporti personali e telefonici con gli altri indagati, in particolare coi tre che in concorso con lui sono accusati d’infanticidio volontario e premeditato.
Garasto, in relazione a Piero Andrea Zangaro avrebbe confermato di conoscerlo da anni, dal momento che proprio lui l’aveva soccorso allorquando rimase gravemente ferito a quella mano che poi perse in seguito allo scoppio d’un petardo.
Da allora, avrebbe spiegato Garasto, tra lui e Zangaro nacque una sorta di rapporto confidenziale.
Rapporto che negli ultimi tempi s’era pure intensificato a causa del fatto che Zangaro aveva un familiare malato di tumore, poi deceduto, e lo stesso Garasto più volte era intervenuto per delle cure.
Il medico ha confermato di conoscere pure Nunziatina Falcone, la quale era stata in Pronto soccorso quando lui era di turno già tempo addietro, rispetto a quel 15 maggio del 2012, data in cui si sarebbe verificato l’infanticidio contestato ai quattro indagati.
Soffermandosi su quella data e sulla Falcone, il medico avrebbe rivelato che questa, nell’accompagnare in Pronto soccorso la propria amica Stefania Russo, le aveva fatto presente di sentirsi male perché pure lei era in stato di gravidanza.
Il torchio di domande all’indirizzo del medico da parte del Gip Benigno è proseguito con l’indagato che ha sempre energicamente respinto l’accusa d’omicidio volontario.
A supporto del fatto che fosse trascorso molto tempo dal parto di Stefania Russo al suo arrivo in Pronto soccorso, Garasto ha fatto rilevare al Giudice che il feto era giunto in ospedale già pulito sebbene ancora attaccato al cordone ombelicale.
Ma il medico è indagato per tutta una serie d’altri reati connessi a ritenute truffe ai danni di numerose compagnie assicurative per falsi sinistri stradali e ai danni dell’Istituto nazionale della previdenza sociale per ritenute false indennità d’invalidità permanente.
Truffe che sarebbero state perpetrate proprio attraverso le sue ritenute false certificazioni mediche.
Pure su tale altro filone Sergio Garasto non s’è sottratto alle domande del Primo giudice, offrendo le proprie ricostruzioni e le proprie spiegazioni ai numerosi fatti e circostanze contestati.
Al termine dell’interrogatorio di garanzia i suoi difensori hanno richiesto la revoca della misura degli arresti domiciliari, sulla quale il giudice scioglierà la riserva quando avrà completato gl’interrogatori degli altri tre indagati, fissati per domani.