Ora vogliamo la verità.
Questa mattina il Comitato in Difesa di Bucita e del Territorio ha formalmente inviato alle Procure della Repubblica di Castrovillari, Catanzaro e Reggio Calabria una querela nei confronti di ignoti per traffico illecito di rifiuti, disastro, avvelenamento delle acque e truffa ai danni dello Stato. La denuncia è stata il frutto di una lunga riflessione del Comitato a seguito della scoperta di almeno 60 mila metri cubi di rifiuti abusivi, di origine e natura sconosciuta, rilevati all’interno della discarica pubblica di Bucita e denunciati pubblicamente ormai 5 mesi fa.
Si tratta, come è evidente, di una vicenda di gravità smisurata che potrebbe finalmente smascherare ciò che la società civile rossanese sospetta da tempo e che il comitato denunciava già nel 2009: attorno alla discarica si è dato vita ad un traffico illecito di rifiuti senza alcun controllo e senza alcuna tutela per le comunità di Rossano e della sibaritide.
La presenza di una tale quantità di rifiuti senza alcuna possibilità di conoscerne la provenienza, infatti, preoccupa moltissimo dal punto di vista sanitario non solo gli abitanti delle contrade vicine, ma l’intera area costiera dal momento che il percolato, uscito spesso disastrosamente dalla discarica, si infiltra da anni nelle falde acquifere per sfociare in fiumi e mare.
In questi mesi, anche per queste ragioni, abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale di Rossano di avviare con urgenza una vigorosa attività politico istituzionale col fine di ottenere al più presto la caratterizzazione e la messa in sicurezza del sito, ma alla luce di 5 mesi di parole e sterili polemiche, possiamo certificare con profondo sconforto come la risposta del Sindaco e della sua giunta sia stata il nulla.
Ci siamo prodigati nel chiedere con ogni mezzo un intervento istituzionale, pubblicamente e formalmente attraverso incontri e note protocollate, fino alla basilare richiesta di una discussione in consiglio comunale affinché almeno la massima istituzione democratica della città prenda una posizione su questa delicatissima vicenda. Nessuna risposta.
Non chiudiamo mai la porta al dialogo ma non possiamo non esternare come tutto questo sia profondamente sconcertante, da ogni punto di vista, persino quello economico. Oltre al grave e di gran lunga più importante problema sanitario, infatti, questa vicenda nasconde una vera e propria truffa nei confronti dei cittadini calabresi: chi ha conferito rifiuti abusivamente, infatti, non solo avrebbe potuto riempire la pancia del nostro territorio con qualsiasi cosa, ma di certo non ha pagato alcuna regolare tariffa di conferimento. Stiamo parlando di un business di milioni di euro.
Tutte le spese della discarica invece, a partire dall’esorbitante produzione di percolato, vengono pagate con le tasse dei calabresi.
Riteniamo sia giunto il momento di far conoscere ai cittadini la verità e questo sarà compito inderogabile delle procure della Repubblica a cui, questa mattina, ci siamo rivolti con vigorosa chiarezza.
Ma soprattutto è il momento di fermare e prevenire danni alla salute ed all’economia del territorio.
I cittadini della sibaritide hanno diritto di sapere cosa è stato abbancato nella discarica di Bucita e le pubbliche istituzioni, a partire dal comune e finendo al governo centrale, hanno il dovere di mettere in sicurezza e bonificare questo territorio con urgenza ed immediatezza. Non ci fermeremo fin quando non avremo raggiunto questo obiettivo.
Comitato in Difesa di Bucita e del Territorio