La regione cade dalle nuvole.
ROSSANO – Alle 10.15 di venerdì scorso una delegazione del Comitato in Difesa di Bucita e del Territorio è giunta presso gli uffici della regione Calabria, a Catanzaro lido, laddove si sarebbe tenuta la conferenza dei servizi a proposito di nuovi lavori all’impianto di trattamento rifiuti di Rossano. Come annunciato abbiamo fatto pervenire a tutti gli invitati alla conferenza una nostra lettera ufficiale in cui chiediamo la sospensione dell’iter autorizzativo e gli immediati ed improcrastinabili interventi di caratterizzazione e bonifica del sito di Rossano.
Giunti sul posto ci siamo trovati di fronte a due problemi.
Il primo è stato il forfait alla discussione da parte dell’ASP, del genio civile, dell’arpacal, dei vigili del fuoco, della soprintendenza ai beni archeologici eccetera eccetera. Tutti questi soggetti si sono riservati di esprimersi in sede di approvazione definitiva del progetto, cosa che riteniamo profondamente disdicevole e scandalosa: cosa c’è da valutare per l’ASP o per l’arpacal se i lavori si dovrebbero tenere in un area contaminata, con un disastro ambientale accertato ed un altro ancora da accertare? Cosa c’è da valutare per la soprintendenza se è comprovato che quell’area è un sito archeologico importante già devastato dalle discariche e dagli impianti? In quale sede i cittadini di Rossano troveranno risposte su queste cose?
La stessa lettera, ovviamente, è stata inviata anche agli uffici della Regione Calabria, e qui il secondo problema.
Di tutte le cose che abbiamo elencato nella missiva, la Regione dice di non sapere nulla, ciò a testimoniare per l’ennesima volta che gli uffici ambientali della regione Calabria fanno di tutto, ed in particolare si occupano di appalti milionari e di assunzioni, fuorché occuparsi di ambiente.
Abbiamo comunque spiegato la situazione e la nostra posizione al responsabile del procedimento, ed in particolare le numerose anomalie che abbiamo direttamente verificato tra cui la presenza di almeno 60 mila metri cubi di rifiuti non autorizzati di natura sconosciuta.
L’intera area deve essere immediatamente oggetto di un piano di caratterizzazione e di messa in sicurezza: ogni giorno che passa rappresenta l’aggravamento di un comportamento criminale da parte degli uffici competenti. Soltanto dopo questi interventi saremo disposti a discutere dell’eventuale ristrutturazione dell’impianto, una ristrutturazione che dovrà avvenire nel quadro di un modello di rifiuti virtuoso completamente diverso dall’obsoleto sistema attuale, nel rispetto del territorio e delle persone che lavorano in quei luoghi.
Abbiamo proposto formalmente l’istituzione di un tavolo tra istituzioni ed associazioni per intervenire sinergicamente ed in maniera trasparente in questo drammatico contesto, ma lo ribadiamo: impediremo ogni intervento su Bucita fin quando non avremo risposte certe sui rischi sanitari ed ambientali dell’area.
Comitato in Difesa di Bucita e del Territorio