L’indagine delle fiamme gialle ha portato a un consistente sequestro di beni dell’imprenditore 55enne Renato Miniaci indagato da due Procure
Una maxievasione fiscale d’oltre otto milioni di euro è stata scoperchiata dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Sibari al termine d’una complessa ed articolata attività ispettiva eseguita nei confronti due società di capitali entrambe operanti nel settore immobiliare e riconducibili all’imprenditore Renato Miniaci, di 55 anni, residente ed operante a Villapiana e titolare della nota torrefazione “Zusicaff” ubicata nella zona industriale di Corigliano Calabro.
La consistente evasione fiscale è stata scoperta anche grazie al rinvenimento, nel corso di perquisizioni domiciliari, presso gli uffici ed altri locali in uso delle due società, d’una copiosa documentazione extracontabile e di vari dati informatici contenuti in supporti rimovibili.
All’interno d’un “hard disk”, in particolare, gli uomini del tenente colonnello Sergio Rocco hanno rinvenuto informazioni specifiche riferite alla vendita complessiva di circa duecento unità abitative realizzate sul mare a Villapiana da entrambe le società tra il 2005 e il 2012.
L’analisi comparata tra le tracce informatiche e i dati rilevati dalle scritture contabili tenute dalle due società hanno consentito di ricostruire il loro effettivo volume d’affari, fornendo idonei elementi di prova circa la falsa rappresentazione economica-finanziaria della gestione.
E’ stata infatti accertata l’esistenza d’una “gestione parallela” della contabilità dell’impresa, atta a dissimulare la reale situazione economica della stessa sul fronte dei ricavi, in modo da consentire una minore tassazione fiscale e, quindi, l’ingente l’evasione.
Una gestione fraudolenta, dunque – secondo l’accusa – attraverso la quale l’imprenditore, nell’ambito della vendita delle unità immobiliari realizzate, avrebbe provveduto in una prima fase a stipulare contratti preliminari riportanti il prezzo dell’immobile effettivamente pattuito e successivamente, all’atto del rogito notarile, avrebbe indicato con la complicità degli acquirenti un corrispettivo di gran lunga inferiore a quanto inizialmente pattuito.
L’attività ispettiva avrebbe consentito d’accertare l’avvenuta sottrazione a tassazione d’imposte dirette e indirette per oltre otto milioni di euro e, conseguentemente, l’omessa denuncia e versamento di Ires ed Iva per quasi due milioni di euro.
Le fiamme gialle avrebbero inoltre riscontrato l’esistenza d’elementi idonei a configurare pure i reati di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ed omessa dichiarazione a carico dell’amministratore delle due società indagate, nonché quello di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico a carico di quasi duecentocinquanta acquirenti in concorso con l’amministratore.
Informate, per competenza territoriale, la Procura di Castrovillari e quella di Roma, i magistrati inquirenti hanno emesso due provvedimenti di sequestro preventivo per equivalente di beni mobili, immobili, denaro ed altre utilità nella disponibilità dell’indagato, per un ammontare complessivo di quasi due milioni di euro.