La donna di nazionalità polacca è spirata in solitudine. E’ stata tumulata solo ieri e soltanto grazie a un nobile gesto
Nel giorno della commemorazione dei defunti emerge una storia tristissima. Una storia di morte, silenziosa e solitaria. Ma anche una storia d’indifferenza umana e d’indifferente lentissima burocrazia. E’ la storia di Halina Maria Skobelska, nata a Zary, in Polonia, il 15 agosto del 1955, e deceduta 59 anni dopo, esattamente il 18 agosto scorso, a Corigliano Calabro presso l’unità operativa di Medicina interna dell’ospedale civile “Guido Compagna”.
Che di “civile”, in questo caso, non presenta alcun connotato.
Già, perché ci sono voluti due mesi e mezzo per offrire una giusta e degna sepoltura a questa sfortunata donna, morta qui di malattia, senza il conforto di parenti o di amici, completamente sola e a centinaia di chilometri dalla propria nazione.
La salma di Halina è rimasta per due mesi e mezzo stipata all’interno d’un angusto angolo dell’obitorio ospedaliero, nell’indifferenza d’una lunga quanto vana attesa che qualcuno si facesse vivo e ne domandasse la restituzione.
Ma nessuno s’è mai fatto avanti e nessun altro ha fatto un passo avanti, un passo d’umanità, un passo di cristiana pietà.
Eppure le procedure per ottenere il nulla osta da parte dell’Ufficio Consolare dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Roma erano state pressoché tempestive da parte della direzione sanitaria dell’ospedale.
Il documento, infatti, trasmesso via fax alla stessa direzione sanitaria del “Compagna”, reca la data dello scorso 27 agosto. A distanza di 9 giorni dal decesso della donna.
Ma ce ne sono voluti altri 66 di giorni per restituire dignità a quel corpo senza vita attraverso la sua tumulazione presso il cimitero cittadino effettuata soltanto nel primo pomeriggio di ieri alla presenza di don Gaetano Federico, il parroco della chiesa di Sant’Antonio nel centro storico il quale ha dato la benedizione pronunciando le preghiere e l’eterno riposo per Halina.
Seppure con estremo ritardo e suo malgrado, qualcuno ha preso a cuore la storia della morte della solitaria signora polacca.
Una connazionale che la conosceva ha infatti contattato la presidente dell’associazione “Tendiamo le mani”, Sonia Sabina Curatelo, la quale il 23 ottobre scorso ha protocollato in municipio una missiva indirizzata al sindaco, Giuseppe Geraci, sollecitandone l’intervento.
Il primo cittadino ha sottoposto la questione all’assessore con delega ai servizi cimiteriali, Benito Apicella, il quale a sua volta s’è prodigato per l’indizione d’una gara d’appalto tra gli operatori di pompe funebri locali per la fornitura d’una bara e il servizio di trasporto dall’ospedale al cimitero.
Purtuttavia la burocrazia e le procedure sono state precedute dal nobile gesto gratis et amore dei da parte d’un operatore di pompe funebri della confinante Rossano, il cavaliere Domenico Curia.
Il quale, nei giorni scorsi s’era recato presso l’obitorio del “Compagna” al fine di prelevare la salma d’un altro estinto, deceduto presso lo stesso ospedale, in vista della cerimonia funebre.
L’imprenditore rossanese, avvertito un consistente cattivo odore proveniente dai locali dell’obitorio ed appreso della presenza della salma di Halina, ha offerto gratuitamente al Comune la fornitura della bara ed il servizio di trasporto fino al cimitero…