All’indomani dell’incendio, di probabile natura dolosa, che ha interessato la “stazione di trasferenza” dei rifiuti a cui fanno capo tutti i comuni dell’Alto Jonio, si fa il conto dei danni e, soprattutto, si riflette sulle condizioni di insicurezza in cui vivono i paesi dell’Alto Jonio non abbastanza tutelati nelle situazioni di emergenza, sia in campo sanitario che nelle altre frequenti avversità. I danni, per quanto hanno dichiarato il sindaco Paolo Montalti e l’amministratore unico della BSV Francesco Bria a cui è toccato il compito di presentare denuncia ai Carabinieri “contro ignoti”, per fortuna sono stati circoscritti e contenuti grazie al pronto intervento degli operai della BSV e del comune che sono intervenuti tempestivamente ed alla ditta dei fratelli Santagada intervenuta con la propria autobotte. Ai Vigili del Fuoco Volontari di Trebisacce, che in quel momento si trovavano impegnati a Nocara, è toccato il compito di completare lo spegnimento e mettere in sicurezza gli opifici attigui. Il fuoco in realtà si è sviluppato fuori dal recinto della stazione ma ben presto è penetrato all’interno dove hanno preso a bruciare i rifiuti ingombranti (materassi, mobili, elettrodomestici…) che si trovavano intorno e all’interno di due containers carrabili che sono stati avviluppati dalle fiamme ed hanno subito danni irreparabili. Il problema numero uno è che non è la prima volta che la BSV e la stazione di trasferenza viene presa di mira. Tanto è vero che il sindaco Paolo Montalti che ha coordinato i vari interventi, raggiunto telefonicamente, si è detto «addoloratissimo per la reiterazione dei fenomeni, da ascrivere – ha detto Montalti – sicuramente alla mano di qualche idiota, per le difficoltà ed i ritardi registratisi anche questa volta negli interventi di spegnimento e, non da ultimo, per l’odioso silenzio dei cittadini, che troppo spesso non vedono e non sentono nulla. La tutela del patrimonio pubblico – ha aggiunto l’avvocato Montalti – è un fatto culturale e a noi manca questo pregio. Comunque nei prossimi giorni – ha concluso abbastanza contrariato il primo cittadino – dovremo riunirci come sindaci del comprensorio per dare corso ad una vibrata protesta per le condizioni di completo abbandono in cui siamo relegati, tanto è vero che se non fossimo ricorsi al “fai da te” saremmo finiti tutti arrostiti».
Pino La Rocca


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