Negli ultimi anni l’aspetto somatico della Calabria sta cambiando assumendo sempre più un volto multietnico. La popolazione residente in crescita è determinata dall’aumento dei cosiddetti “nuovi italiani”. Immigrati che vivono e lavorano in Calabria i cui figli, spesso nati nel nostro paese, frequentano le scuole diventando i cittadini di domani. Ogni immigrato, infatti, porta con sé la propria cultura, pur acquisendo le tradizioni del territorio di adozione. Viceversa, gli immigrati di seconda generazione, a parte l’aspetto somatico, crescono acquisendo la lingua, con cadenze dialettali, usi e costumi della nostra regione, diventando calabresi a pieno titolo. Una svolta di non poco conto quella che si sta verificando in Calabria, che da terra di emigrati, sta assumendo l’aspetto sempre più cosmopolita di una regione con un’alta concentrazione di cittadini immigrati.  Tra i paesi di provenienza spiccano Romania (32,2%) e Marocco (16,1%); ma sono significative anche le quote di migranti provenienti da Ucraina (8,3%), Bulgaria (6,1%), Polonia (5,3%), Albania (3,7%), Cina (3,7%), India (3,6%) e Filippine (3,4%).
La presenza di stranieri è ancora più marcata nella provincia di Cosenza ed in particolar modo sulla fascia ionica tra Corigliano, Rossano, fino ad arrivare a Cariati.
Non mancano le criticità segnate principalmente dagli oltre 26 mila clandestini sbarcati sulle coste calabresi che generano un giro d’affari annuale per la ‘ndrangheta di circa 500 milioni di euro. In un decennio, dal 2003 al 2012, gli immigrati sul territorio regionale sono aumentati del 300,1% passando dai 18.374 residenti del 2003 ai 74.069 residenti del 2012.
Appare necessario, dunque, che si sviluppi una  cultura dell’accoglienza che non può prescindere dalla conoscenza della lingua del paese ospitante. E’ importante che le istituzioni locali si adoperino per fare in modo che ogni cittadino che entra in Italia, e in Calabria in particolare, venga messo in condizione di conoscere, la nostra lingua, frequentando dei corsi d’insegnamento d’italiano.
Ma accanto a ciò risulta essere necessario che ai nostri fratelli immigrati siano forniti gli strumenti affiche possano inserirsi ed integrarsi nel territorio, strumenti rappresentati dalle capacità lavorative.
ALS  attraverso il suo ente di formazione, EFAL attraverso i suoi corsi cerca sia di insegnare la nostra lingua sia d’insegnare un mestiere.
Se si danno agli immigrati gli strumenti per potersi integrare nella nostra terra e se le istituzioni tutte portassero avanti politiche a favore degli stessi, si eviterebbe che i nostri fratelli finiscano nelle mani della malavita organizzata o nelle mani d’imprenditori insensibili che sfruttano in lavoro degli stranieri sottopagandoli.
La Calabria che ha vissuto sulla sua pelle il fenomeno migratorio di migliaia di calabresi partiti per terre lontane in cerca di fortuna, di certo non ha difficolta a capire che gl’immigrati venuti nella nostra terra portano con se le stesse speranze che portavano noi calabresi abbandonando la nostra terra in cerca di lavoro.
La scuola costituisce la pietra miliare della via dell’integrazione. Le aule calabresi, acquistano un aspetto sempre più “globalizzato” frutto dell’immigrazione. Secondo un rapporto redatto dall’Osservatorio Immigrazione nel Mezzogiorno la Calabria è fra le regioni dove è più alto il numero di studenti figli di cittadini provenienti da altri paesi, le stime parlano dell’1,8 percento.  Tra questi piccoli, che saranno gli adulti calabresi di domani, tanti sono asiatici, in particolare cinesi e rumeni ma anche magrebini, che contribuiranno a fare della nostra regione una terra sempre più multietnica.
                                                               Associazione Lavoratori Stratieri
                                                                Presidente Provinciale Cosenza
                                                                  Avv. Francesco Bruno Pirillo