“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.
Si ispira dichiaratamente a questa esortazione poetica di Peppino IMPASTATO, vittima della mafia, e considerata una lezione storica sulla bellezza e contro l’obnubilamento delle menti, il progetto estetico, emozionale e culturale che ha trasformato la già rinomata Osteria Porta del Vaglio di Saracena da apprezzato e covo del gusto a spazio multisensoriale, per gli amanti del bello, nei piatti e tutt’attorno.
Ne è convinto il giovane chef calabrese Gennaro DI PACE (emigrato al contrario, da Bologna dove era andato in passato) che ha deciso di accogliere e mixare le opere dell’artista Claudia ZICARI in mostra permanente presso la sua Osteria, nel cuore del centro storico del Pollino. Quella proposta dai due è un’esperienza temporale contemplativa, dilatata. Arte e gastronomia si uniscono per offrire percezioni sensoriali ricche di sfumature e significati, attraverso i piatti e le prospettive di senso delle opere della ZICARI. È l’occasione per fruire di un tempo intimo e condiviso con l’essenza di una terra ancora tutta da esplorare.
Claudia ZICARI, classe 1975 è nata a Bergamo; ha educato il suo talento, la sua tecnica e la sua ispirazione a Roma, presso l’Accademia di Belle arti. Oggi, vive e lavora a Castrovillari.
Da “Learning by heart #2”, cantiere didattico di arti visive, al “Corredo migrante”, ospitato dal Teatro Valle Occupato di Roma, dagli “Esercizi di volo” a “I giardini dell’arte; da “Macra me” fino al “Paso Doble”. Sono, queste, alcune delle mostre personali dell’artista adottata dalla Calabria.
Carta di riso, inchiostro e china per la serie di esercizi grafici dedicati al CERVELLO interpretato come luogo simbolico dell’elaborazione del pensiero, territorio da conoscere ed esplorare, ma anche come terra di conquista e di colonizzazione. Tra gli altri progetti concettuali c’è anche la lavorazione e manipolazione di un materiale pesante come il piombo che nelle sue opere si traducono in leggerezza.
La sua ricerca indaga l’ambivalenza, il concetto di valore e il suo dualismo, il punto di rottura delle costruzioni mentali, identitarie e sociali, cercando la coesistenza di categorie contrapposte. I materiali impiegati si prestano a questo scopo per la loro natura intrinseca e offrono un rimando diretto al nucleo concettuale delle opere.
Ecco perché, forse, non poteva esserci alcova simbiotica migliore dell’Osteria Porta del Vaglio (anch’essa, a suo modo, un luogo tradotto in leggerezza, quasi decontestualizzato) i cui riconoscimenti, conquistati in così poco tempo, sintetizzano ed indicano un’esortazione catartica, soprattutto verso le nuove generazioni, alla ricerca della bellezza, anche ed a partire dalla tavola: una forchetta Gambero Rosso; selezione Guida L’Espresso, premio Naturalmente Ferrarelle al contest Miglior Chef Emergente del Sud, riconoscimento “Buona Cucina” della guida Alberghi e Ristoranti d’Italia 2014 del Touring Editore; selezione nella Guida “Osterie d’Italia” 2014 di Slow Food.- (Fonte: MONTESANTO SAS – Comunicazione & Lobbying).