La denuncia del genitore d’un piccolo allievo dell’Istituto comprensivo “Antonio Toscano” nel centro storico cittadino
«Quello di lunedì è stato un primo giorno di scuola all’insegna del servilismo, almeno qui a Corigiano Calabro». È l’amarissimo commento d’un genitore, Alfonso Pietro Caravetta, di 48 anni, con uno dei suoi figli che proprio lunedì ha cominciato il proprio viaggio scolastico presso l’istituto comprensivo “Antonio Toscano” , nel centro storico cittadino.
Il bambino frequenta la prima media. E il racconto “sociologico” del suo primo giorno di scuola lo fa il genitore, pittore, artista piuttosto noto in città anche per il suo impegno politico e sociale. «Tempo fa qualcuno mi chiedeva quale fosse la nostra identità, la “coriglianesità” che a tutt’oggi contraddistingue l’essere di questo luogo – afferma Caravetta – e mi venne da rispondere che il castello ducale ci sovrastava e ci sovrasta ancora e che quindi il popolo coriglianese vive ancora in una condizione feudale: difatti proprio la scuola, l’istituzione che dovrebbe affrancare il popolo dai propri limiti culturali e sociali, si presta al servilismo ed al clientelismo. Veniamo al dunque: com’è possibile, dopo avere formato le classi e durante le lezioni del primo giorno di scuola, fare scegliere ad un amministratore comunale in quale sezione debba essere collocato il figlio e a discapito di chi?! Per fortuna è capitato a mio figlio doversi alzarsi dalla sedia e dal banco per lasciare la classe e dare spazio a chi non figurava in quella classe, e dico per fortuna perchè mi sarebbe dispiaciuto se tanto fosse accaduto a qualche altro ragazzino».
Un assessore, dunque, un assessore “importante” dell’attuale amministrazione comunale coriglianese, avrebbe avuto “facoltà di scelta” della classe ove “collocare” il proprio figlio presso il comprensivo “Toscano”.
«Purtroppo o per fortuna è accaduto a me – afferma ancora il genitore Caravetta – ed ora sono pronto a cominciare un’altra, una delle tante battaglie di civiltà per amore e nel nome d’una ricercata giustizia sociale; oggi (ieri, ndr) – spiega – ho verificato i fatti e da quel che sono riuscito ad appurare, quanto accaduto a mio figlio è soltanto la punta dell’iceberg, perchè frequentando i luoghi e le persone del nostro bellissimo centro storico, ho avuto modo di riscontrare quale criterio s’è utilizzato per formare le prime classi al “Toscano”, e la questione ormai non riguarda più soltanto lo spostamento di mio figlio per fare posto al figlio dell’assessore».
Caravetta illustra il discutibile “meccanismo” di formazione delle prime classi. «Si tratta di un’accurata selezione “di classe”, dove i “migliori” sono ben protetti nella sezione “A”, mentre i figli di padri e madri che non hanno santi a protezione, quindi i “poveracci”, vanno direttamente nella “C”, io potrei starmene anche buono considerato che a mio figlio è toccata la “B”, ma non riesco a farlo perché nel silenzio mi sentirei responsabilmente colpevole del futuro di quei ragazzi ghettizzati della e nella sezione “C”, di cui conosco i padri e le madri».
Il genitore Caravetta preannuncia iniziative, dunque, sulla scorta di quanto da lui stesso denunciato ed «accaduto – come tiene a sottolineare – in presenza di numerosissimi genitori, che lunedì mattina, come me, hanno accomagnato i loro figli per il loro primo giorno di scuola».
Che succederà dopo la denuncia di Caravetta? Dal Municipio, l’assessore “giustificherà” la propria scelta?