“Colpo di scena”. Sì, perchè in totale accoglimento delle richieste avanzate dall’avvocato Francesco Nicoletti, difensore di fiducia del 48enne agente di commercio di Rossano V.A., il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari (foto), nella giornata di ieri ha revocato nei confronti dell’indagato l’ordinanza applicativa di misura cautelare coercitiva che lo stesso giudice aveva emesso la scorsa settimana.
Vale a dire un provvedimento di divieto d’avvicinamento alla presunta vittima dei suoi presunti reati, con le prescrizioni di mantenersi ad almeno cinquecento metri da lei e dai suoi familiari, di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa e di non comunicare, attraverso qualsivoglia mezzo, con lei ed i suoi familiari.
Il gip ha dunque revocato la misura, nel corso della stessa giornata di ieri quando il difensore dell’indagato ne ha presentato apposita istanza a seguito dell’interrogatorio di garanzia dell’indagato espletato in Tribunale lunedì mattina.
Il primo giudice ha deciso per la revoca del proprio provvedimento, nonostante il parere contrario espresso da parte del sostituto procuratore Simona Manera.
Durante l’interrogatorio di garanzia, l’indagato ed il proprio difensore avevano fatto emergere tutta una serie di “discrasie” documentali e di contraddizioni nelle dichiarazioni della presunta vittima, pur essendo state quelle stesse dichiarazioni riscontrate da parte d’alcuni testimoni sentiti dai poliziotti del Commissariato di Rossano delegati alle indagini da parte del pm Manera.
L’intricatissima vicenda che vede indagato il quarantottenne di Rossano ha come “alter ego” la sua ex amante 55enne di Corigliano Calabro. Entrambi sono sposati ed entrambi hanno figli. La donna ha accusato l’uomo di stalking, violenza privata e minacce. Le accuse sono state poi “cristallizzate” e formalizzate nella richiesta di misura cautelare al gip da parte dello stesso pm Manera, a seguito della denuncia presentata dalla donna nei confronti dell’uomo ai poliziotti del Commissariato rossanese. La denuncia è maturata dopo la diffusione a macchia d’olio nell’area urbana Corigliano Calabro-Rossano d’una serie di foto e video dei loro incontri “hard”. Che a detta della presunta vittima sarebbero stati inviati dall’uomo ai propri familiari, amici e conoscenti, prima d’essersi rapidamente diffusi sui display degli smartphone di mezza Corigliano Calabro e di mezza Rossano. Purtuttavia, dall’interrogatorio dell’uomo da parte del gip Grimaldi sono emersi altri inediti “contorni” della storia e il “ribaltamento” delle accuse: su tutte una “diffida” richiesta ed ottenuta dalla Polizia da parte della moglie dell’agente di commercio rossanese, proprio nei confronti della presunta vittima.