L’operazione forse connessa ai furti di mezzi ed attrezzature agricoli nel Coriglianese
Blitz “mirato” da parte dei carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro, nella mattinata di ieri, nell’inestricabile quartiere di Timpone Rosso che insiste nella popolosa frazione Lauropoli di Cassano Jonio. È il “regno” del potentissimo clan di ‘ndrangheta cosiddetto “degli zingari”, che è padrone incontrastato d’ogni tipo d’attività criminale nell’intero comprensorio dello Jonio sibarita.
I militari dell’Arma coriglianese, col supporto dello Squadrone eliportato “Cacciatori” di Vibo Valentia, v’hanno fatto irruzione per eseguire una serie di perquisizioni domiciliari. Che, tuttavia, hanno dato esiti negativi.
Nel corso dell’operazione, però, qualcosa è “spuntato”. Gli uomini del capitano Francesco Barone hanno infatti rinvenuto, su un terreno di proprietà demaniale, cinque piante di canapa indiana dell’altezza di circa due metri l’una e un fucile ad avancarica a cani esterni privo di matricola. Tutto ovviamente sottoposto a sequestro.
Massimo riserbo dal Comando Compagnia sul “cosa” in realtà si cercasse e sul vero obiettivo del blitz mattutino andato in scena in un caldo sabato settembrino. Molto probabilmente connesso alle decine di furti di mezzi ed attrezzature agricoli che si starebbero registrando da qualche settimana in qua nelle campagne di Corigliano Calabro, e in modo particolare nella vasta area compresa tra le periferiche frazioni e contrade di Villaggio Frassa, Cantinella, Thurio, Ministalla ed Apollinara, geograficamente contermini al Cassanese e ricadenti sotto uno strettissimo controllo d’ipotetici “compari” a piede libero degli “zingari”. I cui capi e gregari sono ristretti in carcere, molti dei quali al regime duro del 41-bis.
Sembra di fatto avere prepotentemente rialzato la testa la criminalità rurale dedita ai furti su commissione che sottende la classica tecnica estorsiva del cosiddetto “cavallo di ritorno”. Ma le denunce alle forze dell’ordine non sono molte, a fronte d’un fenomeno che palesa invece “indiscrezioni” piuttosto preoccupanti. La maggior parte degli agricoltori forse sta cedendo all’“esca” dei delinquenti, pagando in silenzio la tangente loro richiesta per la restituzione del maltolto. L’Arma è comunque vigile, presente, e potrebbe venirne a capo molto presto…