Era capace di intendere e di volere il rumeno Nelus Dudu, 26 anni, nel momento in cui la mattina del 3 marzo di quest’anno davanti alla chiesa di San Giuseppe della frazione Sibari del comune di Cassano Jonio uccise con un colpo di spranga il sacerdote Lazzaro Longobardi. Lo hanno stabilito i periti nominati dal gip di Castrovillari, Annamaria Grimaldi, si tratta degli specialisti Paolo Di Pasquali e Gaetano Marchese, ai quali il magistrato aveva affidato l’incarico per valutare il quadro psichiatrico del rumeno. La perizia dei due esperti è stata presa in esame ieri mattina nel corso dell’udienza preliminare svoltasi presso il tribunale di Castrovillari alla presenza del gip Grimaldi e del pm Rana oltre che dell’avvocato Ugo Anello che difende Dudu. Secondo i periti e Pasquali e Marchese il rumeno “presenta un disturbo della personalità bordeline con tratti istrionici, narcisistici e di dipendenza. Essendo esso, come tutti i distirbi di personalità, stabile nel tempo, era certamente presente anche all’epoca dei fatti. Il disturbo di personalità di Dudu – si legge ancora nella relazione degli esperti – non aveva caratteristiche di gravità tali da configurare un’infermità mentale rilevante ai fini giudiziari. Egli era pertanto capace di intendere e di volere. Poiché è tuttora in fase di compenso psichico e appare consapevole delle accuse nei suoi confronti è in grado di fornire argomentazioni utili alla sua difesa, egli risulta altresì capace di partecipare coscientemente al processo”. Poi i due esperti così concludono la relazione: “Poiché il disturbo di personalità dell’imputato non ha influito sulla commissione dei fatti che gli sono ascritti, il perito psichiatra non deve né può fornire un giudizio sulla pericolosità sociale psichiatrica”. Ricordiamo che l’uccisione di don Longobardi, uomo mite, pio e sempre disponibile con gli ultimi, colpì in maniera forte tutta la diocesi di Cassano Jonio. La mattina del 3 marzo 2014 don Lazzaro Longobardi, 69 anni, venne ritrovato ucciso con un colpo di spranga alla testa. A trovare il cadavere, all’esterno delle chiesa di San Giuseppe a Sibari, fu una fedele. Il corpo del sacerdote giaceva a terra e presentava una vasta ferita alla testa, che ha causato un’abbondante perdita di sangue. La donna che ha trovato il corpo si stava recando in chiesa. Don Lazzaro sarebbe stato ucciso mentre, presumibilmente, andava a prendere la sua auto, infatti, vicino al cadavere gli investigatori hanno trovato un mazzo di chiavi ed i documenti della vettura. Don Lazzaro aveva segnalato ai carabinieri, ma senza fare denuncia, che un conoscente negli ultimi tempi gli aveva chiesto più volte del denaro. Dopo qualche giorni i carabinieri arrestarono il rumeno.
Giacinto De Pasquale