«Caro presidente Oliverio, come è noto a tutti la Calabria vive una fase di paralisi sul piano del lavoro che si acuisce sempre più. Come al solito si parla si riparla di soluzioni senza che queste sortiscano gli effetti sperati. Chi scrive è un percettore di mobilità in deroga che vive questo status da un po’ di anni. Ho provato sulla mia pelle i disagi e soprattutto il comportamento di una classe politica che ancora oggi risulta essere impotente nell’arginare questo fenomeno.
Con questa lettera non voglio accusare chi ha provocato questa situazione disastrosa affrontata con gran dignità dalle famiglie calabresi. Queste, certo, esprimono il disagio manifestando e scioperando: lo fanno per chiedere una situazione diversa da quella attuale. Sono molte le famiglie ridotte alla fame o quasi, soprattutto se si pensa al fatto che i sussidi di mobilità in deroga arrivano con estremo ritardo e con cifre talmente modiche che non sono sufficienti a garantire le esigenze minime di sopravvivenza. Si, la parola esatta è sopravvivenza, un problema che nessuno riesce ad arginare, compresa la politica regionale che spesso ha dimostrato di non rispettare i cittadini costretti a fare i conti con gravi problemi economici. Penso infatti alle notizie diffuse tempo addietro dalla stampa: politici illustri del nostro territorio hanno avuto il coraggio di acquistare dei gratta e vinci con i soldi dei contribuenti, per non parlare poi di altri benefits.
Ma stendendo un velo pietoso su vicende come questa, vorrei parlare anche di un altro problema, forse ancora più inquietante e umiliante. Mi riferisco alle politiche attive e ai tirocini formativi. Molti percettori di mobilità, pur partecipandovi e svolgendo attività lavorative, vengono remunerati con ritardo, ben oltre il periodo di svolgimento del tirocinio stesso. Il risultato finale è che al lavoratore, spesso padre di famiglia, più che un aiuto si è creato un ulteriore e grave disagio. In sintesi: mobilità percepita dopo mesi, lavoro svolto durante i tirocini e compenso non ancora corrisposto. Ma il fatto più increscioso è che Calabria Lavoro, gestita dalla Regione stessa, ai continui solleciti di erogazione delle mensilità risponde prendendo tempo. Dai primi dieci giorni sono passati mesi, ma i soldi ancora non si vedono.
Caro Presidente, ma Regione Calabria e Calabria Lavoro a che gioco stanno giocando?
Tutto ciò lascia perplessi, tanto che tra i lavoratori si arriva a pensare che i fondi destinati agli ammortizzatori sociali siano utilizzati per altro, in barba ai poveracci che non sanno come sopravvivere. E pertanto chiedo a nome di tutti coloro che hanno terminato dei periodi tirocinio formativo (non ancora saldato o retribuito), dove sta la verità? Che fine fanno le risorse economiche destinate ai sussidi dei disoccupati?
Inoltre invito a pensare ad altre soluzioni per il reinserimento nel mondo del lavoro, magari attraverso dei decreti attuativi che consentano la diminuzione del bacino dei disoccupati con una ricollocazione laddove vi siano sottodimensionamenti di personale in ambito locale o nazionale. Ma si potrebbe pensare anche di utilizzare il Jobs act che il governo Renzi ha messo in piedi, oppure chiedere interventi straordinari che possano rimediare a questa situazione. »
Francesco Sansone
Percettore di mobilita in deroga