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]]>anche sul Cimitero gli attuali amministratori si dichiarano immuni da qualsiasi responsabilità e la colpa è di qualcun altro (o delle amministrazioni centriste degli anni 2004-2012 o, ancora meglio, dei temibili Commissari del 2018 – 2019, rei di essersi opposti alle cattive prassi per le quali l’allora amministrazione era stata sciolta dal Presidente della Repubblica per gravi fatti contestati).
E’ evidente che gli attuali amministratori preferiscono vincere facile e cioè occuparsi di feste con cantanti spendendo centinaia di migliaia di euro all’anno (convinti dell’equivalenza “più applausi e divertimento, più voti nelle urne”), della gestione e dell’affidamento di commesse milionarie in cemento ed asfalto alle ditte amiche di fiducia degli amministratori, degli incarichi tecnici e legali agli studi professionali di fiducia degli amministratori che seguono anche le loro vicende personali, di bandire concorsi pubblici per i quali alla fine risultano vincitori ed idonei sempre un po’ di amici, delle parate in pompa con l’occupazione ad ogni evento religioso della chiesa locale o di ogni manifestazione che si svolge sul territorio comunale a testimoniare la loro magnificenza, e di contrarre mutui che poi inizieranno a pagare gli amministratori che succederanno.
Ritornando al tema del cimitero, che ancora una volta è stato riproposto negli ultimi giorni ed ha richiamato tante parole in libertà da parte proprio di chi amministra, probabilmente lo stato strutturale in cui versano varie Cappelle, con la conseguente sempre maggiore carenza di loculi disponibili, alla fine anziché essere colpa della più totale mancanza di programmazione dell’attuale classe dirigente, la colpa probabilmente per loro ricade proprio sugli stessi defunti che non sarebbero dovuti morire.
Un problema come il cimitero, con tutto ciò che riguarda sia l’aspetto tecnico, sia l’aspetto igienico sanitario, ma ancor più l’aspetto cristiano, doveva essere la priorità delle priorità, altro che “pacco” rifilato dalla Diocesi!
Di tanto in tanto per richiamare l’attenzione dei media sulla propria persona, si ripropone il tema dello stato indecoroso in cui versano le cappelle, ma ogni volta affrontato come ci si fosse appena insediati e la guida dell’Ente Comune finora fosse stata affidata a dei sosia.
Ogni volta sempre a costatare, ma ogni volta sempre come se fosse il primo giorno di amministrazione.
È indubbio che si tratta di un investimento dell’ordine di diversi milioni di euro, però come hanno fatto altri Comuni, magari rinunciando a rifare marciapiedi (che peraltro versavano in discrete condizioni), o ad ammassi di cemento spacciate per villa comunale, o ad anfiteatri e palazzetti dello sport, si potevano attrarre fondi PNRR finalizzati alla ristrutturazione di quelle Cappelle gravemente pericolanti.
Sul financial project poi, ci si crede così tanto che si ripete a voce alta che visti gli importi dell’investimento, ed il tempo di recupero del capitale investito, il progetto è antieconomico per qualsiasi operatore privato.
Un imprenditore come potrebbe mai fare una manifestazione d’intenti?
Anche sul futuro Cimitero di Sibari, questa Amministrazione ha le idee così ben chiare ed è convinta dell’opera che, per come è stato rilevato da autorevoli professionisti, si è “dimenticata” di delimitarne l’area nel PSA adottato qualche mese addietro.
Tutti questi elementi ci inducono con ragionevole certezza ad affermare che siamo difronte ad una mostruosa mancanza di programmazione e chi ci amministra, ritenendo i propri interlocutori intellettualmente interdetti, giochi addirittura su un tema così delicato come quello che riguarda i nostri cari defunti.
Se si vuole parlare di pacco, di sicuro è quello che questi signori alla guida della città hanno rifilato ai cassanesi.
Noi vogliamo percorrere un’altra strada, non per asfaltarla affidando i lavori ai nostri amici, ma per viverla assieme a tutti.
Cassano All’Ionio, Associazione politico-culturale ArticoloVENTUNO.
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]]>L’analisi dettagliata dello stato di salute del “Chidichimo” e delle gravi carenze di servizi è stata fatta nel corso di un affollato incontro organizzato dalla UIL Territoriale a cui hanno partecipato numerosi medici e infermieri del presidio sanitario di Trebisacce. Nel corso dell’incontro, secondo una nota diffusa dalla UIL, si è parlato delle discutibili scelte riguardanti il Distretto Jonio-Nord e della ventilata trasformazione del Distretto in “Centro di assistenza primaria territoriale” o “casa della salute” e, nel contesto più generale, della grave situazione che riguarda il “Chidichimo” retrocesso, come è noto, da Ospedale Generale in “Ospedale di zona disagiata”. “Il Chidichimo di Trebisacce – si legge nella nota – continua ad avere a tutt’oggi una persistente situazione di grave carenza di servizi di emergenza sanitaria e si continua a perpetrare una gravissima discriminazione da parte della Regione e del Commissario Straordinario che continuano a classificare il “Chidichimo” come “Ospedale di zona disagiata” e non come sancito dal Consiglio di Stato di “Ospedale generale di base” in possesso già da diversi anni del Codice Ospedaliero rilasciato dal Ministero”. Nel corso dell’incontro è stata ribadita la necessità che il “Chidichimo” venga dotato di personale e di attrezzature “tali che – si legge testualmente nella nota della FP della UIL – possano essere garantite prestazioni nell’area delle patologie che determinano una crescente mobilità passiva verso altre Regioni”. L’incontro si è concluso con l’assunzione di impegni inderogabili da parte del Sindacato. Impegni che, secondo la nota sindacale, vadano in questa direzione attraverso un percorso organizzativo e di partecipazione collettiva che promuova incontri di sensibilizzazione sui luoghi di lavoro e nella società civile in grado di tenere alta la guardia e di consentire di confrontarsi con cognizione di causa con le Istituzioni locali, provinciali e regionali. Tutto questo – secondo la FP-UIL Territoriale – deve passare attraverso un piano assunzionale straordinario, che possa colmare, attraverso l’assunzione di medici e di infermieri, le vistose lacune nell’ambito organizzativo e strutturale che impediscono, di fatto, l’erogazione di servizi dignitosi e qualificati a favore dei cittadini-utenti”.
Pino La Rocca
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]]>Il Pi.Ca.Lab. Museum dell’ITCG Pitagora-Calvosa di Castrovillari ha partecipato come espositore al “Pensa Tu”, il primo Festival della Scienza e della Curiosità della provincia di Cosenza che si è tenuto al Parco Acquatico Santa Chiara di Rende dal 23 al 26 marzo. L’obiettivo dell’evento, arrivato con successo alla sua terza edizione, è quello di garantire ai visitatori la possibilità unica di incontrare e ascoltare un gran numero di divulgatori, scienziati, youtubers e docenti universitari, tutti dediti alle scienze e alle tematiche collaterali. Oltre alle conferenze, nelle sale espositive del Parco sono state allestite mostre ed esposizioni legate sempre alla scienza, alla tecnologia e al territorio. Programmate anche osservazioni degli astri e spettacoli interattivi. Una preziosa opportunità per il neo museo, unico nel suo genere, e l’ITCG di Castrovillari che hanno potuto prendere parte da protagonisti a questo importante evento. Un doveroso riconoscimento va al lavoro svolto dall’ideatore e responsabile del Pi.Ca.Lab. Museum, il prof. Francesco Mazza, al tutor Domenico Donato e ai 23 alunni facenti parte del team di lavoro che ha realizzato il Museo: Sara Triggianese, Sebastian Ierardi, Antonio Mancuso, Alessia Garofalo, Gaia Fiore, Gabriele Le Voci, Caterina Russo, Asia Carriuolo, Francesca Santandrea, Timothy Capasso, Sara Viola, Chiara Lo Polito, Rebecca Sassone, Alyssa Crescente, Xhulia Cili, Manlio Ferrara, Alessia Carlucci, Gloria Palermo, Giorgia Fiore, Tonia Furiato, Claudia Kim Stabile, Marika De Tommaso e Alisia Toziano. Gli studenti entusiasti di questa nuova ed importante esperienza, a contatto con i curiosi visitatori e soprattutto con gli alunni delle scuole primarie, hanno divulgato tutte le informazioni e le spiegazioni come dei veri e propri operatori culturali e scientifici. Entusiasta e propositivo il Dirigente Scolastico dell’IIS Mattei-Pitagora-Calvosa, il prof. Vincenzo Tedesco che, ha sottolineato come alla lunga il buon lavoro paga. Complimentandosi per la caparbietà e la costanza che, il prof. Mazza in primis ed il suo team, hanno profuso per la buona riuscita del progetto e per la bella vetrina che questo Festival ha rappresentato per l’Istituto tutto. “Un meritato riconoscimento, – afferma il prof. Mazza – va al nostro Dirigente Scolastico, al nostro DSGA Paolo Stalteri, al tutor Domenico Donato e ai ragazzi tutti perché hanno reso possibile la partecipazione a questo importante evento a livello Regionale. Un ringraziamento davvero “stellare”, per rimanere in tema festival, va a Sante Mazzei, l’organizzatore e deus machina di quest’importante e stimata rassegna scientifica, che con grande professionalità ha messo su un qualcosa di davvero importante per le scuole e la collettività tutta. Lo stesso organizzatore ha già rinnovato l’invito al Pi.Ca.Lab. Museum, per la quarta e la quinta edizione… inutile dire che noi ci saremo!”
MIMMO DONATO
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]]>e predisposte a ferro di cavallo alle cui estremità si trovano due o tre uomini, girando tra le vie del paese, cantano in lingua albanese rapsodie che rievocano la vittoria dell’eroe nazionale albanese Scanderbeg sui Turchi. E’ quasi come se Frascineto ed Eianina si sveglia in un altro tempo, in altro luogo: i colori del costume tradizionale femminile sono stupendi, ricchi d’oro, impregnati di passato e storia, colmi di ricordi e gioia, indossati con grazia dalle donne del paese, che rammentano la grazia e l’eleganza delle donne del tempo andato ma sempre attuale. Quest’anno le tradizionali Vallije – annuncia il sindaco Angelo Catapano-, saranno impreziosite dalla mostra “Tunnel” del giovane artista Vincenzo Campolongo e dai gruppi di San Martino di Finita, San Benedetto Ullano e Santa Sofia D’Epiro.
Francesco Garofalo
Ufficio Stampa Comune di Frascineto
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]]>L'articolo TREBISACCE: Campionato Nazionale di Taekwon-do, trionfo per gli allievi del prof. Vincenzo Gatto proviene da .
]]> Si è tenuto, nel palazzetto dello sport della città di Fondi in provincia di Latina, il Campionato Nazionale di Taekwon-do I.T.F. al quale ha partecipato una piccola delegazione di atleti provenienti dalle nostre scuole di San Lorenzo del Vallo (Aquino Elvira, Aquino Pasquale, Bifano Luigi e Fusca Cosimo) e Trebisacce (Barbaro Andrea, Forciniti Giuseppe, Guglielmelli Angelo, Scannapieco Domenico, Verardo Vincenzo). Ottimi risultati da parte di tutti i ragazzi dello Spartan Team che, facendosi strada con coraggio tra 400 atleti provenienti da tutta Italia, hanno dato prova delle proprie capacità e dimostrato di aver fatto tesoro del tanto lavoro svolto in palestra. Complimenti affettuosi vanno anche all’ arbitro Fusca Cosimo, cintura nera I° Dan, che ha rivestito in modo impeccabile l’oneroso ruolo di giudice di gara con grande professionalità e imparzialità, in una competizione dal livello tecnico altissimo.
Un’occasione di crescita e di confronto colta nel migliore dei modi e della quale faremo tesoro per continuare a maturare come atleti, ma soprattutto come Team, si legge in un’apposita nota. Dove si ringraziano i due Coach ufficiali, Guglielmelli Angelo e Bifano Luigi, sempre vigili e pronti a dare una mano ai propri compagni, e a tutti gli accompagnatori, che hanno tenuto alto il morale dei ragazzi con il loro caloroso sostegno.
Di seguito i risultati del nostro Spartan Team:
Guglielmelli Angelo (Trebisacce), Cintura Blu Campione Italiano Combattimenti;
Verardo Vincenzo (Amendolara), Cintura Gialla Campione Italiano Combattimenti; Aquino Pasquale (San Lorenzo del Vallo), Cintura Blu Superiore Vice Campione Italiano Combattimenti;
Barbaro Andrea (Trebisacce), Cintura Verde Vice Campione Italiano Combattimenti;
Scannapieco Domenico (Amendolara), Cintura Verde Vice Campione Italiano Combattimenti;
Bifano Luigi (San Lorenzo del Vallo) Cintura Rossa, Terzo posto Combattimenti;
Forciniti Giuseppe (Trebisacce), Cintura Gialla, Terzo posto Combattimenti e
Fusca Cosimo (San Lorenzo del Vallo) Cintura Nera I° Dan, Terzo posto Combattimenti.
®roccogentilecomunic@
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]]>Il Senatore di FDI replica al consigliere regionale Tavernise e annuncia gli interventi per la Casa di Reclusione di Rossano.
«Il consigliere Tavernise mi dà l’occasione di rivendicare non promesse o buone intenzioni, ma gli interventi concreti che il governo Meloni sta mettendo in campo per affrontare l’emergenza carceri, che come è evidente deriva da decenni di scarsa attenzione dei precedenti governi. E infatti, grazie anche allo straordinario impegno del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, stiamo intervenendo da un lato con un massiccio piano di assunzioni nella Polizia penitenziaria e di acquisto di equipaggiamenti, dall’altro con l’aumento della capacità detentiva dei nostri istituti, investendo 255 milioni sull’edilizia penitenziaria. Basti pensare all’importante sblocco – grazie all’intervento dei sottosegretari Delmastro e Galeazzo Bignami – dei 166 milioni di euro per l’edilizia penitenziaria fermi da 15 anni al Ministero delle Infrastrutture. Quello del governo Meloni è un impegno senza precedenti sui fronti del sovraffollamento delle carceri e delle carenze di organico della Polizia Penitenziaria, che richiede come è evidente tempi per la formazione del personale e per la realizzazione degli interventi. Certo, non è facile porre rimedio a cinque anni di disastri a 5 stelle, ma questo governo lavora a pieno ritmo fin dal suo insediamento per recuperare il tempo perduto. Per quanto riguarda la Casa di reclusione di Rossano non è stato solo garantito l’arrivo del nuovo direttore e l’incremento di 10 unità già assegnate con il 179° e il 180° corso, ma anche un incremento di 13 ulteriori unità previsto con le assegnazioni del 181° corso collegate al piano di mobilità Tra maggio e luglio, inoltre, anche Rossano rientrerà nella distribuzione di oltre 2.100 unità prevista dal nostro governo. Sempre per garantire la sicurezza all’interno dell’istituto penitenziario di Rossano, sono stati inoltre eseguiti nell’ultimo anno lavori di manutenzione ordinaria da parte della Mof e del Provveditorato, ma soprattutto è stata effettuata la gara per l’implementazione dell’impianto di videosorveglianza, e a breve inizieranno i lavori. Naturalmente anche questa mole di interventi – per i quali c’è stata anche la costante attenzione del sottosegretario all’Interno Wanda Ferro e dei parlamentari di Fdi – non può azzerare le situazioni di tensione e i rischi di aggressione ai danni del personale, ma nessuno più di questo governo ha realizzato così tanto per garantire la sicurezza negli istituti detentivi. Certo non chi oggi propone soluzioni dopo essere stato in buona parte causa del problema».
Sen. Ernesto Rapani
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]]>CALOVETO (CS), mercoledì 26 marzo 2024 – Condividere anche con le comunità educanti momenti di raccoglimento come quelli previsti nella Settimana Santa, significa non solo nutrire lo spirito, ma poter far crescere il sentimento di appartenenza, di partecipazione attiva e di coesione sociale.
È quanto dichiara il Sindaco Umberto Mazza che oggi (mercoledì 27) ha partecipato con gli studenti delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado alla Santa Messa per il precetto pasquale ospitata nella Chiesa di San Giovanni Calibyta ed officiata da Don Agostino De Natale.
Come da calendario regionale oggi era l’ultimo giorno di scuola prima elle vacanze pasquali. Intervenendo e formulando gli auguri alle famiglie il Primo Cittadino ha voluto ribadire l’importanza della sinergia tra Scuola, Chiesa ed Istituzioni impegnati, dal punto di vista sia laico che religioso, a costruire percorsi e progetti a misura di bambino che guardino al futuro e alla crescita della comunità. – (Fonte: Comune di Caloveto – Comunicazione Istituzionale/Strategica – Lenin Montesanto Comunicazione & Lobbying).
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]]>L'articolo VILLAPIANA: Amministrative, Rinascita Civica indica le condizioni per un fronte unitario proviene da .
]]> sulla scia di quanto fatto nel corso dell’ultima consiliatura dai movimenti politici “Insieme per Villapiana” e “SiAmo Villapiana”, ha lavorato finora per allargare lo schieramento e creare dal basso un’alternativa alla compagine amministrativa uscente. Non tutto però, come succede quando le note da accordare sono tante, è andato per il verso giusto e, dopo i malumori e la presa di posizione critica del movimento “Villapiana Alternativa” che ha parlato di egoismi personali e di rincorsa ai “portatori di voto”, anche Rinascita Civica, dopo aver ricordato i valori fondanti di “trasparenza e legalità” e ribadito la necessità della “discontinuità” rispetto all’esecutivo uscente ha indicato la strada che passa attraverso il protagonismo della società civile. Solo se si creeranno queste condizioni “Rinascita Civica” sarebbe pronta a confermato la propria disponibilità a dare il proprio contributo per la formazione di un fronte unitario e alternativo alla Maggioranza uscente ed a favorire la crescita sociale e culturale di Villapiana. “Per Rinascita Civica – si legge in una nota diffusa da Domenico Filardi in qualità di referente del movimento – è prioritario discutere di programmi, mentre in questi ultimi mesi il lavoro di una parte del gruppo di coordinamento ha purtroppo eluso ciò che da noi è sempre stata considerata la priorità, prediligendo un approccio orientato a vecchie logiche di tutela di presunti bacini elettorali precostituiti, senza alcuna discontinuità con il passato e cavalcando logiche elettoralistiche praticate dalla compagine uscente”. Tuttavia “Rinascita civica”, secondo la suddetta nota, non intende scoraggiarsi e, “con uno spirito realmente propositivo e costruttivo” conferma, attraverso la suddetta nota-stampa, la propria disponibilità a dare il proprio contributo a chi vorrà svestirsi delle vecchie logiche verticistiche e vorrà cominciare a trattare seriamente l’argomento amministrativo in un’ottica di amministrazione condivisa e di cittadinanza attiva, nella quale “i cittadini – si legge ancora nella nota – devono essere protagonisti nel programma di governo essendone i primi destinatari, nonché i primi valutatori”. “Pur sapendo che i tempi sono stretti, – si legge in conclusione nella nota-stampa – siamo ancora convinti che si possono trovare gli spazi per una proposta più moderna, più dialogante con le esigenze reali dei cittadini e più innovativa per la promozione delle risorse sociali, culturali, imprenditoriali e di lavoro del nostro territorio”.
Pino La Rocca
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]]>Leggi tutto “CASSANO: MORTE DI GAETANO NOLA, IL CORDOGLIO DEL SINDACO PAPASSO E DELLA CITTÀ.” »
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]]>fondatore di Osas e Assolac (che arrivò a raccogliere e lavorare fino al 70% del latte prodotto in Calabria) arrivando, in anni recenti, come famiglia, anche nel settore vitivinicolo con Campoverde e Ferrocinto. Perdiamo un imprenditore illuminato la cui famiglia ha rappresentato e rappresenta uno dei più chiari esempi di imprenditoria rivoluzionaria e all’avanguardia. Alla sua famiglia va il cordoglio mio personale, dell’amministrazione comunale e dell’intera città”.
Nato a Cassano nel 1932, Gaetano Nola si era laureato in Agraria all’Istituto Pacinotti di Pisa (attuale scuola universitaria superiore Sant’Anna) nel 1955. Nella sua vita ha contribuito all’ispessimento della filiera agroalimentare locale attraverso una serie di iniziative che ha raccontato anche nel suo libro “Sessant’anni nella Piana. La modernizzazione dell’agricoltura della Sibaritide negli scritti di un imprenditore”. L’imprenditore si è spento ieri, all’età di 92 anni, a Rende dove ormai viveva con la sua famiglia.
Lascia la moglie Sandra e i figli Camillo, attuale presidente di Agroalimentare Assolac e di Confcooperative Calabria, Luisa e Carolina. I funerali si svolgeranno domani (giovedi 28 marzo) alle ore 11 nella chiesa della Madonna di Lourdes a Rende.
Comune di Cassano All’Ionio
27 marzo 2024
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]]>Corigliano-Rossano/Crotone, martedì 26 marzo 2024
Le 70 pagine del “Documento di Riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza-urgenza e delle reti tempo-dipendenti” profilano una Regione caratterizzata dall’applicazione di principi non universali e viziati dalle solite dinamiche centraliste. Le medesime dinamiche che, ormai, da più di due lustri, connotano meccanismi di mancata equità territoriale tra le strutture sanitarie calabresi.
Senza voler entrare nei dettagli tecnici di ogni presidio, che pur meriterebbero una riflessione, ci concentriamo su una serie di incoerenze che caratterizzano l’area jonica e che spalancano il campo a dubbi e perplessità.
Partiamo da una semplice analisi relativa all’allocazione dei reparti in base alla classificazione cosiddetta “caldo/freddo” dello Spoke di Corigliano-Rossano. Il recente documento conferma le specifiche già stabilite dal DCA 64/2016, ovvero la vocazione chirurgico-inteventistica (caldo) per il Giannettasio e quella medica (freddo) per il Compagna. In virtù di tale classificazione, mal comprendiamo come possa un reparto di ostetricia restare allocato in uno stabilimento ospedaliero sguarnito di terapia intensiva. Ad avvalorare quanto sopra sostenuto è lo stesso ducumento programmatico che, relativamente lo spoke Paola-Cetraro, stabilisce: “Previsione del percorso nascita presso lo stabilimento di Cetraro in ragione del rispetto degli standard di sicurezza che prevedono la presenza della terapia intensiva all’interno dei presidi in cui insiste il punto nascita”.
Ecco, ci chiediamo come sia possibile che quanto previsto per l’area tirrenica, realtà in cui esiste uno spoke suddiviso su due plessi parimenti quello jonico, sia invece disatteso per Corigliano-Rossano. Nello spoke jonico, infatti, persiste una commistione ingiustificata ed ingiustificabile di reparti d’area chirurgica e d’area medica (caldo/freddo) in entrambi gli stabilimenti ospedalieri. Tutto ciò non contribuisce a garantire efficienza ed efficacia delle cure mediche. Vieppiù, certifica la totale inadeguatezza di entrambi gli ospedali alle raccomandate e severe prescrizioni disposte.
Non ci appassiona sindacare quale dei due stabilimenti debba includere l’area calda piuttosto che quella fredda. Tuttavia, chiediamo alla politica di prendere decisioni coerenti e di avere il coraggio di perseguirle fino in fondo. Senza più lasciarsi trasportare dai desiderata del personale ospedaliero, piuttosto che da simpatie campanilistiche tra versanti della stessa Città. Non è più tollerabile che si renda ancor più precario un sistema già, ampiamente, deficitario.
Altra questione che risalta dalla lettura delle disposizioni programmatiche è la destinazione d’uso del futuro ospedale della Sibaritide. Intanto, per il presidio unico, si delinea una classificazione come ospedale spoke. Quanto detto appare già come una sonora sconfitta per le locali Classi Dirigenti; evidentemente inabili a far valere e rispettare una forza demografica che, per l’ambito jonico, permetterebbe ben altri utilizzi dell’auspicata struttura sanitaria. Tanto più, se consideriamo i motivi alla base dei ritardi nell’esecuzione dell’opera. Non è un mistero, infatti, che le raccomandazioni strutturali, intevenute a seguito della pandemia, abbiano previsto prescrizioni più stringenti nel ricalcolo dei percorsi “sporco/pulito” nelle corsie degli ospedali. Trattandosi poi di una nuova costruzione, quanto dichiarato diventa ancora più incalzante. È paradossale, e raggiunge livelli grotteschi, immaginare quella che si presenterà come la struttura ospedaliera più moderna della Regione non già quale Hub all’avanguardia, ma come sostanziale clone delle strutture esistenti. Ci chiediamo, a questo punto, se sia valsa la pena, ammesso e non concesso venga mai terminata, di investire in una nuova struttura piuttosto che pensare ad un sostanziale restiling dell’esistente. Sicuramente, sarebbero bastati investimenti più contenuti. Inoltre, non ci sarebbe stata la sensazione di aggiungere al danno dell’illusione di un servizio sanitario più rispondente alle esigenze di una fetta consistente della popolazione jonica, anche la beffa di ritrovarsi con una struttura non adeguata ai bisogni demografici dell’area. Insomma, senza altri giri di parole, a struttura ultimata, potrebbe palesarsi la sensazione di essere davanti ad una scatola vuota. Quanto riportato si esplicita in virtù di quelli che dovrebbero essere i LEA (livelli essenziali assistenza), quindi il numero di posti letto parametrati sui bisogni demografici degli ambiti sui quali si pianifica. Ebbene, i tre futuri ospedali (Sibaritide, Piana e Vibo) presentano, ad oggi, inspiegabili discrasie e contraddizioni.
L’ambito demografico ricadente sul previsto ospedale della piana di Gioia è dimensionato in 154mila ab. Per tale nosocomio si prevedono 314 posti letto. Nel caso vibonese, invece, a fronte di un bacino di 167mila abitanti, la struttura ospiterà 350 posti letto. Il presidio sibarita, infine, dall’alto della domanda demografica di 178mila ab., sarà composto da soli 334 posti letto.
Fermo restando il sottodimensionamento dei posti letto nei tre ospedali rispetto alle aspettative prospettate dal documento (3.43 p.l. per 1000 ab.), risalta l’ulteriore mortificazione inflitta al presidio jonico. Quest’ultimo, infatti, a differenza degli altri due in cui il rapporto tra i posti letto per abitanti si assesta su 2×1000 e 2.1×1000, si presenta con un rapporto di soli 1.88 posti letto per 1000 ab.
Chiaramente, quanto descritto certifica plasticamente il consueto trattamento da figli e figliastri che una incallita politica centralista perpetra a danno dello Jonio. Differenze che, ancora una volta, certificano la Calabria come contesto fortemente caratterizzato da profonde sperequazioni fra ambiti concorrenti a formare il mosaico sistemico regionale. Il dramma si acclara poiché le richiamate pratiche si consumano nella più completa indolenza della politica e dei cittadini. Vieppiù, ad appurate difformità territoriali nella erogazione dei servizi, — lo ribadiamo — il prelievo fiscale operato sui cittadini resta uguale per tutto il contesto regionale. Quanto dichiarato determina un aggravio di spesa per gli abitanti dello Jonio. Costoro, infatti, a differenza dei residenti in altri contesti regionali, sono costretti, per fruire dei servizi mancanti nel proprio territorio, a spostarsi in altri ambiti intraregionali.
Sarebbe ora che lo Jonio si svegliasse dal torpore. Sarebbe necessaria, altresì, una presa di coscienza da parte della popolazione affinché sia consapevolizzato lo stato di degrado in cui, lustri di servilismo politico (talvolta neppure richiesto) ai desiderata dei centralismo storico, hanno relegato il contesto dell’Arco Jonico.
Ufficio Stampa – Jonia-MagnaGraecia
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