Nel contesto del gioco regolamentato moderno, come quello offerto da NineCasino2 è facile dimenticare quanto il gioco d’azzardo sia stato a lungo considerato un’attività illecita o moralmente pericolosa. Nell’Italia preunitaria, il gioco era spesso vietato, perseguito o fortemente controllato, soprattutto per ragioni legate all’ordine pubblico, alla morale e al potere statale.

Per comprendere appieno come siamo arrivati all’attuale sistema regolamentato, è fondamentale analizzare le principali leggi e proibizioni che hanno segnato il territorio italiano prima dell’unificazione del 1861. Vediamo dunque i problemi che esistevano nei vari stati preunitari e come, col tempo, si sono trovate soluzioni legate alla regolamentazione o all’integrazione del gioco nel tessuto legale.

Il gioco come minaccia all’ordine pubblico

In molti stati italiani preunitari, dal Regno delle Due Sicilie al Granducato di Toscana, il gioco d’azzardo era considerato una minaccia diretta alla stabilità sociale. Le taverne e le case da gioco erano luoghi di risse, inganni e perdizione.

L’associazione tra gioco e disordine era tale da giustificare leggi severe e controlli costanti.

Leggi anti-gioco nei principali stati preunitari

Durante l’epoca preunitaria, diversi stati italiani adottarono misure restrittive per limitare o controllare il gioco d’azzardo, ognuno secondo le proprie tradizioni politiche e culturali.

Stato preunitario Tipo di restrizione principale Anno di riferimento Organo responsabile
Stato Pontificio Divieto assoluto nei luoghi pubblici 1750–1850 Inquisizione e forze di polizia ecclesiastiche
Regno delle Due Sicilie Tasse elevate + divieto nei quartieri poveri 1780–1859 Regia Prefettura
Granducato di Toscana Permesso solo ai nobili 1745–1856 Magistratura dei Costumi
Regno di Sardegna Limitazione alle case da gioco ufficiali 1800–1850 Intendenza generale
Repubblica di Venezia (fino al 1797) Regolamentazione stretta del gioco privato 1600–1797 Consiglio dei Dieci

La severità variava da stato a stato, ma il denominatore comune era sempre il controllo centralizzato.

Il rischio di rovina economica per le classi popolari

Uno dei principali motivi alla base delle restrizioni era il timore che il gioco impoverisse i ceti più bassi, già economicamente fragili. Molte leggi vietavano specificamente ai lavoratori manuali, contadini e operai di partecipare a giochi con posta in denaro.

L’idea dominante era che il gioco fosse un vizio tipico delle classi inferiori, da tenere sotto controllo per evitare disordini e degrado. In molte zone d’Italia, le autorità:

  • Redigevano elenchi delle professioni autorizzate a giocare (es. funzionari, notai, militari);
  • Imponevano limiti di puntata massimi per alcune categorie sociali;
  • Punivano i recidivi con lavori forzati o servizio militare coatto;
  • Creavano case di detenzione specifiche per chi si indebitava giocando.

Queste misure dimostrano come il controllo sociale e il mantenimento dell’ordine pubblico fossero strettamente legati alla gestione delle pratiche di gioco.

Legalizzazione controllata e fiscalità

Col passare del tempo, alcuni governi locali capirono che proibire non era sufficiente. Il gioco continuava a esistere, in modo clandestino e incontrollabile.

La soluzione adottata da molte amministrazioni fu quindi la legalizzazione parziale: permesso di giocare, ma solo in case da gioco ufficiali e controllate, con tassazione elevata e regolamenti ferrei.

Vantaggi della legalizzazione controllata Effetti a breve termine
Controllo più efficace sul gioco Riduzione delle bische clandestine
Entrate fiscali per lo Stato Nuove risorse per opere pubbliche
Maggiore sicurezza per i cittadini Meno violenza e truffe
Monitoraggio dei giocatori abituali Avvio di registri e “liste nere”

In questo modo il gioco d’azzardo divenne strumento fiscale, e non più solo “male sociale”.

I principali giochi vietati nell’Italia preunitaria

Nel contesto delle restrizioni, diversi giochi furono dichiarati esplicitamente proibiti. Molti di essi erano legati al caso puro, quindi ritenuti moralmente pericolosi.

Ecco un elenco dei giochi più perseguitati:

  1. Morra – considerato pericoloso per le risse che generava;
  2. Bassetta – gioco di carte legato a truffe nobiliari;
  3. Dadi – simbolo del gioco d’azzardo incontrollabile;
  4. Faraone – molto diffuso ma spesso usato per ingannare;
  5. Biribissi – un precursore della roulette, vietato in molte regioni.

Questi giochi venivano spesso confiscati e bruciati pubblicamente per scoraggiarne la diffusione.

Influenza della Chiesa e il concetto di peccato

Nel periodo preunitario, la Chiesa aveva un’influenza fortissima sul potere civile, specialmente nello Stato Pontificio. Il gioco era visto come un peccato morale, accostato all’ubriachezza, alla bestemmia e alla prostituzione.

Non a caso, i confessionali avevano domande specifiche sui “vizi di gioco”, e i parroci collaboravano con le autorità civili nella denuncia dei trasgressori.

In molte diocesi, chi veniva sorpreso a giocare non poteva accedere alla comunione per settimane, veniva pubblicamente ammonito e, in casi estremi, espulso dalla comunità cristiana locale.

L’educazione al gioco controllato

Nel tardo Ottocento, in alcune aree più illuminate d’Italia (soprattutto nel Nord), si cominciò a parlare di “educazione al gioco”. Non più solo proibizione, ma regole chiare per un uso responsabile.

Questo concetto è il precursore del moderno “gioco responsabile”.

Alcuni esempi includono:

  • Creazione di circoli ricreativi autorizzati, dove si giocava in ambienti controllati
  • Introdotti limiti giornalieri di spesa per i giochi pubblici
  • Sviluppo di campagne educative nelle scuole sulle “insidie del gioco”
  • Avvio di registro giocatori abituali, con controlli a sorpresa

Queste iniziative pionieristiche rappresentarono un primo tentativo concreto di integrare il gioco nella società in modo regolato e consapevole, anticipando le moderne politiche di tutela del giocatore.

Conclusione

Il contrasto al gioco d’azzardo nell’Italia preunitaria è un tema che rivela molto della mentalità sociale e politica dell’epoca: controllo, moralismo, paura del disordine. Ma è anche la storia di un fenomeno che non ha mai potuto essere cancellato, solo regolamentato.

Oggi, piattaforme moderne come NineCasino2 dimostrano quanto sia cambiato l’approccio: dal divieto alla responsabilità, dall’illegalità alla trasparenza. Una trasformazione profonda che affonda le sue radici proprio nei secoli di repressione e sperimentazione legislativa che abbiamo vissuto.