La pubblica amministrazione dovrebbe essere il motore che stimola, accoglie e accompagna gli investimenti privati, eppure troppo spesso accade il contrario. Gli imprenditori, invece di trovare un terreno fertile per le loro iniziative, si imbattono in una giungla di ostacoli burocratici che rischia di soffocare ogni slancio imprenditoriale.
Norme, enti, interpretazioni: la paralisi del sistema
L’eccesso di normative, il coinvolgimento di una miriade di enti e la libera interpretazione delle regole da parte di chi le applica sono una miscela esplosiva che scoraggia gli investimenti. Non è solo un problema nazionale: in Calabria, regione che avrebbe bisogno di attrarre capitali per rilanciare il proprio tessuto economico, questa situazione assume contorni ancora più drammatici.
Non possiamo permetterci di ignorare il prezzo che stiamo pagando. Mentre il mondo corre, noi restiamo fermi. Chi ha il coraggio di investire, di creare posti di lavoro, di scommettere sul futuro, non deve affrontare un percorso a ostacoli. Deve trovare una macchina amministrativa efficiente, capace di dare risposte certe in tempi rapidi.
Un futuro a rischio: esempi concreti
La situazione è critica. A breve, i cinquanta lavoratori dell’indotto della centrale Enel rischiano di trovarsi senza un lavoro. La stessa sorte potrebbe toccare alla centrale del Mercure, un impianto che, invece di rappresentare un’opportunità per il territorio, rischia di diventare l’ennesima storia di abbandono. Nel frattempo, Baker Hughes ha deciso di lasciare. Una perdita significativa per un’economia già fragile.
Ogni ritardo, ogni pratica arenata in qualche ufficio è un colpo inferto alla competitività del Paese. E ogni investimento perso è un’occasione mancata per creare ricchezza, lavoro, sviluppo.
La ricetta: semplificazione e tempi certi
È il momento di cambiare rotta. Incentivare l’iniziativa privata significa anzitutto snellire le procedure. Una riforma della pubblica amministrazione è indispensabile per ridurre i tempi morti e rendere il sistema più accessibile e meno ostile. Ma non basta. Serve un cambio culturale: la burocrazia deve trasformarsi da ostacolo in alleato.
Accelerare i tempi di risposta, garantire trasparenza e uniformità nell’applicazione delle norme, accorpare gli enti coinvolti nei processi decisionali: queste sono le priorità per attrarre investimenti e restituire fiducia a chi vuole scommettere sul nostro Paese.
Un appello per la Calabria e per l’Italia
In una regione come la Calabria, che non può permettersi di perdere neppure un posto di lavoro, l’impegno deve essere massimo. Le risorse, il tempo e le opportunità sono troppo preziosi per essere sprecati. Non possiamo più permetterci un sistema che scoraggia anziché incentivare.
L’Italia ha bisogno di un nuovo modello di gestione pubblica. Uno Stato che sappia stimolare, accogliere e accompagnare, anziché ostacolare. Solo così potremo costruire un futuro di sviluppo e prosperità per tutti.
Matteo Lauria – Direttore I&C