Trent’anni di cambiamenti alla sequela di don Peppe Diana. Inizio anno Gruppo Scout Cassano1, a Casal di Principe, attesi da Marisa Diana, sorella del sacerdote ucciso dalla camorra, il 19 marzo 1994 e da Giuseppe Lumia, già Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Nella cittadina campana, sembrava che le nubi non esistessero, nonostante le previsioni meteo avverse, nel cielo splendeva un sole raggiante. Il segno, che qualcuno li attendeva. La giornata è stata scandita da diversi momenti: prima visita sulla tomba di don Peppe e a seguire nella Parrocchia di San Nicola, dove venne ucciso mentre stava per celebrare la Messa, e poi a “Casa don Diana”, villa confiscata a un boss camorrista. Qui, hanno partecipato alla Celebrazione Eucaristica, presieduta da don Franco Picone, successore di don Peppe Diana, il quale ha lasciato ai ragazzi questo messaggio: “non si può amare senza essere eccessivi”.
Non ha fatto mancare la sua voce, il Vescovo di Cassano All’Ionio e Vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, attraverso un collegamento telefonico ha tra l’altro affermato: “auspico che anche per don Giuseppe Diana, si apra subito il processo di beatificazione.”Un martire del Vangelo, un sacerdote che ha dato tutto se stesso per amore per del suo popolo”. Ha sperimentato la croce, ha sperimentato la morte violenta”.
Dal canto suo, Peppe Lumia – ha evidenziato -, come la visita dei ragazzi di Cassano, è testimonianza di un bellissimo segno di speranza. Roberta, da tanti anni impegnata nel mondo scout visibilmente commossa: “e’ una cosa grandiosa, meravigliosa vedere dei ragazzi che prendono in mano le loro vite e vogliono condividerle con i loro coetanei per trasformare il loro territorio”. Marisa, sorella di don Giuseppe Diana, con il volto emozionato, ha abbracciato tutti i ragazzi, ricordando quel drammatico 19 marzo: “mio fratello, vi amava. Questa città ha attraversato momenti bui, ma c’è chi ha avuto la capacità di vedere nel buio e di impegnarsi. Ha testimonito la parola di Dio che è scomoda. Era ribelle ai silenzi opportunistici e complici. Il suo era un atto d’amore. Dobbiamo unire le forze per diventare una forza”.
—