Quanto vale un’attesa avvolta nel silenzio per ben 35 anni? Per noi che aspettavamo la verità, qualunque esito sarebbe stato inadeguato.
Nessun giudice avrebbe potuto rendere vera giustizia a una vita interrotta. La stessa vita trascorsa da un omicida come se niente fosse successo.
Un caso che era stato completamente sepolto, insieme a Denis, e che è tornato a gridare giustizia con tutte le sue forze.
La sentenza di oggi parla di concorso in omicidio volontario e premeditato con ignoti.
Ma chi sono i fantasmi che hanno concorso alla morte di Denis insieme all’unica imputata in questo processo infinito? Non lo sappiamo.
Restano le ombre che la famiglia Bergamini ha cercato di diradare in tutto questo tempo.
Restano gli “anni perduti a rincorrere il vento”, diceva De André, quando davanti all’urlo di una morte causata senza pietà, si è aggiunta la miseria di averla mascherata da suicidio.
Oggi una verità nero su bianco. Si è trattato di omicidio.
L’anima di Denis è salva e dagli occhi di Donata (e pure dai nostri), che ha fatto di questa verità la sua ragione di vita, scendono lacrime di libertà.
L’omicida ha un nome. E 16 sono gli anni di reclusione che dovrà scontare.
Questo vale per il giudice un’attesa lunga 35 anni. Per noi, con Denis nel cuore, vale molto molto di più.
Ma gli anni non contano rispetto alla prima notte di un assassino.
Villapiana, 1° ottobre 2024
R.A.S.P.A.
Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autotutela
Villapiana (Cs)