Il meeting della comunità leguminosa di Slow Food si terrà in concomitanza del ventenalle di Perciavutti. Pappaterra:«grande occasione per parlare di cibo buono pulito e giusto dal locale al globale».
E’ stato vissuto nei giorni di Terra Madre (che si conclude oggi) a Torino il passaggio di consegne tra il comune di Capannori (in provincia di Lucca) e il Pollino che ospiterà dal 6 all’8 dicembre prossimo Slow Beans, il meeting della comunità leguminosa di Slow Food. L’evento che riunisce i produttori di legumi della rete italiana ed estera con momenti di incontro, degustazione e la mostra mercato sarà accolta a Mormanno in occasione del ventennale di Perciavutti, la festa identitaria della comunità di Mormanno, sarà l’occasione per presentare al pubblico due grandi momenti che «ci permettono di parlare del cibo di qualità, buono, pulito e giusto, ma anche di temi di grande attualità rispetto al sistema di produzione del cibo – ha dichiarato il sindaco, Paolo Pappaterra – Attraverso i legumi possiamo guardare al futuro scegliendo di salvaguardare la biodiversità dei sistemi territoriali e di produzione, ma soprattutto affrontare le sfide del cibo presente e futuro partendo da una identità alimentare povera, ma ricca di valori nutrizionali e umani che ci appartengono».
Prima nel padiglione di Slow Beans con i rappresentanti del comune di Capannori che è stato il comune dove è nata la rete delle leguminose italiane, insieme alla vice presidente di Slow Food Italia, Roberta Billitteri, il mastro fagiolaio Marco Del Pistoia, e poi nello stand della Regione Calabria, accompagnato dal presidente di Slow Food Calabria, Michelangelo D’Ambrosio, l’assessore regionale all’agricoltura, Gianluca Gallo, il direttore generale del dipartimento agricoltura, Pino Iritano, il funzionario di Arsac, Vincenzo Cilona, Adriana Tamburi membro del consiglio del Gal Pollino Sviluppo, la presidente della condotta Valle del Mercure Pollino, Teresa Maradei, il sindaco Pappaterra ha partecipato alle due conferenze stampa di presentazione dell’evento che sarà ospitato nel Pollino dal 6 all’8 dicembre rimarcando come insieme alle rete di «giovanissimi produttori abbiamo ripreso il fagiolo poverello bianco che era un prodotto dimenticato, lavorando in sinergia con Arsac per scrivere il disciplinare che ci ha permesso di realizzare la prima De.Co. sovracomunale in Italia con i comuni di Laino Borgo e Laino Castello e grazie al sostegno del Parco nazionale del Pollino portare a compimento il percorso di valorizzazione con la nascita del Presidio Slow Food dedicato al nostro legume tradizionale. Oggi ci inorgoglisce poter ospitare Slow Beans 2024 sapendo di ricevere una grande eredità organizzativa e di valori che speriamo di poter rispettare e amplificare».
Attraverso la comunità dei produttori del fagiolo poverello in questi anni «abbiamo contribuito – ha spiegato Teresa Maradei – al recupero dei semi antichi di una grande storia di biodiversità alimentare del Pollino e allargato i confini dell’areale produttivo. Con il nostro legume parliamo di cibo che fa bene alla salute, dal grande valore proteico, che sta contribuendo anche al riscatto economico di un’area interna». A ribadire l’importanta del lavoro fatto sul territorio anche Adriana Tamburi, in rappresentanza del Gal Pollino Sviluppo la quale ha sottolineato «il valore della Calabria che crede nella propria terra e nel paniere di eccellenza dei prodotti di cui dispone». Anche l’assessore regionale Gallo ha ribadito l’importanza della «consapevolezza che crea sviluppo» grazie al lavoro di valorizzazione dei prodotti che hanno storicità, come il fagiolo poverello bianco, e riescono ad essere «proiezione del futuro attraverso l’innovazione». La Regione impegnata al fianco di Slow Food a Terra Madre ha sottolineando il lavoro di promozione in Italia e all’estero della filiera agricola di qualità che sta contribuendo al «progetto di riscatto della nostra regione e ad un nuovo racconto della Calabria».
Michelangelo D’Ambrosio, presidente di Slow Food Calabria, ha chiamato a raccolta gli enti territoriali per sostenere la visione del cibo buono, pulito e giusto che anima il movimento con la chiocciola in Calabria e promette di allargare la visione di un futuro possibile e sostenibile partendo dalla terra.