IL “PICCOLO RESTO” NEI CANTIERI DI BETANIA
Il cammino sinodale, almeno negli alti vertici dell’UISG, (Unione Internazionale Superiore Generali) sembra svolgersi in maniera ottimale, infatti, per chi li accoglie, vengono offerti utili supporti e consigli perché le comunità religiose, nella riflessione e nei tavoli di lavoro in loco, possano farsi “palestre di collaborazione e di scelte comuni per il futuro”.
Prima di addentrarci in eventuali considerazioni, mi sembra opportuno riflettere sulla scelta del titolo che la Cei ha proposto per il secondo anno del Cammino sinodale “I cantieri di Betania”: “cantiere”, per logica associazione di idee è luogo di movimento, di progetti da realizzare, di attrezzature, di maestranze, di mani e volti che si sporcano, di sudore e fatica, di opere che si concretizzano. “Betania”, invece, che in ebraico significa “casa dei poveri”, evoca, già nel nome, l’esatto contrario e nell’ 6 immaginario comune è luogo di pace, accoglienza, conforto, amicizia e valori essenziali. La vita religiosa tra due realtà che sembrano così diverse, si pone come terzo incomodo o fa da collante? Per la verità, in questo tempo storico, nel nostro paese, la vita religiosa non vive un momento felice: è un modello di vita che non crea attrazione nei confronti dei giovani perché forse non risponde al loro modo di essere oggi, lo stile di annuncio è probabilmente inattuale per cui non tocca il loro cuore. La mancanza di vocazioni non crea scambio tra le generazioni, i membri delle comunità religiose sono, per la massima parte, avanti negli anni. Paradigmi di vecchio stampo sono ancora presenti nella cultura ecclesiastica e nelle comunità e una specie di sottile pessimismo serpeggia nei sotterranei inconsci dei religiosi e religiose e fanno 7 loro da scudo all’ aspirazione e al desiderio, sempre presente, di voler vivere con più ampio respiro la scelta della vita religiosa. Ma lasciamo ai sociologi l’impegno di una approfondita indagine al riguardo, ora sembra più urgente accogliere l’invito sinodale di allenarsi in squadra con la Chiesa, nel cantiere che è la casa di Betania, imitando lo stile di Gesù che è quello di farsi ascolto, dialogo, prossimità, pur nella povera condizione di “piccolo resto” che la vita religiosa oggi rappresenta. Il termine resto, da restare, nella letteratura profetica designa un resto salvato e destinato a rivitalizzarsi per profetizzare le “grandi cose che il Signore ha fatto per noi”. Nella Bibbia spesso si parla di “ piccolo resto”, un esempio per tutti nel libro della Genesi, è quello di Noè e degli abitanti della sua arca, piccolo nucleo a cui Dio dà la possibilità di ricominciare, di ripartire, di 8 apprendere dalla pesante lezione del diluvio, come procedere in un nuovo cammino. L’evento traumatico del diluvio di quaranta giorni, è metafora della crisi necessaria per la ripartenza e di un secondo inizio che è un inizio nuovo che, nel caso di Noè, viene sugellato con la firma dell’arcobaleno e il suo piantare una vigna come segni di alleanza tra terra e cielo: la terra mette a disposizione la sua sostanza e il cielo offre il calore del sole. Il “ piccolo resto”, come la vita religiosa si va ormai definendo, se vorrà trasformarsi in “ nuovo resto” e ripartire, è necessario che attraversi il diluvio della crisi rinunciando alle manie di potere, alla conta dei grandi numeri, all’ imponenza di maestosi edifici, all’ orgoglio di sentirsi un gradino più su nel popolo di Dio, a modelli obsoleti che non hanno più senso e bloccano la gioia e la realizzazione dell’ essere profezia che è la testimonianza essenziale richiesta alla vita religiosa. 9 Essa, dunque, sarà “ nuovo resto” se facendo tesoro di questo evento sinodale di portata epocale, attenta alla voce dello Spirito, scoprirà nei cantieri di Betania, la propria missione e presenza profetica, attraverso una conversione spirituale che allarghi gli orizzonti all’ apertura e al dialogo in ogni direzione, lasciandosi alle spalle paradigmi superati che incatenano la creatività dello Spirito, ma che purtroppo, sono ancora presenti nella comunità e nella Chiesa stessa. Benedetto XVI ebbe a dire a proposito della Chiesa, ma si può ben applicare anche alla vita religiosa: “Tutto sembra perduto, ma al momento opportuno proprio nella fase più drammatica della crisi, la Chiesa rinascerà. Sarà più piccola, più povera quasi catacombale, ma anche più santa e non sarà più la Chiesa di chi cerca di piacere al mondo, ma la chiesa dei fedeli a Dio e alla sua legge eterna. La rinascita sarà opera di un piccolo resto apparentemente insignificante, eppure indomito passato attraverso il processo di purificazione perché è così che opera Dio”. 10 Il Sinodo dunque, è la grande opportunità offerta alla vita religiosa per diventare “piccolo resto collante” tra la realtà dinamica del cantiere, che è il luogo vitale in cui ogni comunità opera, e la casa di Betania da dove, coltivando una relazione essenziale e profonda con il Signore, verrà la spinta a impegnarsi, a trovare la forza di allenarsi in squadra con il popolo di Dio e correre insieme, nel discernimento e nel comune ascolto dello Spirito, per diventare profeti di speranza. Il cammino si presenta lungo e faticoso e i cantieri di Betania dovranno restare aperti per parecchio…. Il Sinodo però, offre alla vita religiosa, la possibilità di ingranare una prima marcia e mettersi in moto, sicura che Dio non l’abbandonerà a se stessa, anzi come ebbe a dire, attraverso Mosè, al piccolo resto di Israele, prossimo alla terra promessa, ripeterà ancora: “siate forti e coraggiosi non temete perché Il Signore stesso cammina davanti a 11 te. Egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà. Non temere e non perderti di animo” (Deut. 31,8). Vita religiosa, “ piccolo resto indomito”, alza il capo, liberati dalle zavorre che ti appesantiscono. Tu sei chiamata ad essere arcobaleno nella Chiesa: mostra il tuo raggiante e gioioso volto. La tua identità, il tuo nome è Profezia. A te, «Icona di Cristo trasfigurato» (V.C.14), è affidato il grandioso impegno di testimoniare nella chiesa e nel mondo, la radiosa Bellezza di Dio, la gloria e il volto del Padre, nello splendore luminoso dello Spirito.
Cassano allo Ionio, 2 Febbraio 2023
XXVII Giornata mondiale della Vita Consacrata
Francesco Savino Vescovo di Cassano all’Jonio