A chi giova (cui prodest!) mantenere inagibile il Pontile dopo le tante risorse pubbliche spese a più riprese per poterlo ricondizionare, riqualificare e renderlo praticabile? Se lo chiedono in tanti e chiedono al cronista di farsi portavoce di questo grave disagio
in particolare i pescatori locali a cui, per effetto di due Ordinanze dell’Autorità Marittima datate addirittura 2000 e 2003 e riproposte nei mesi scorsi a distanza di oltre 20 anni, viene negato il diritto di avvicinarsi al molo per scaricare il pescato. Succede infatti che il prelibato pesce della marineria locale, frutto del faticoso lavoro dei pescatori di Trebisacce, tanto apprezzato anche dai “forestieri” che frequentano Trebisacce per acquistarlo, per poter arrivare nelle pescherie locali, essendo interdetto il pontile, deve necessariamente passare per il porto di Corigliano o, addirittura, a dire dei pescatori che hanno chiesto al cronista di tornare a sollevare questo problema, per Roseto Capo Spulico dove, per favorire il turismo da diporto e la piccola pesca, è stato realizzato uno scivolo che consentirebbe lo scarico del pescato dalle barche e dai pescherecci. Conseguenze: spese aggiuntive per il gasolio e per i tempi che si allungano per i pescatori e costi lievitati per le famiglie che si recano nelle pescherie per acquistare il pesce. Ma le limitazioni, come è noto, non sono solo a carico dei pescatori di mestiere ma per qualsiasi automezzo e anche per quanti, per passione, erano soliti praticare la pesca sportiva dal pontile e inoltre di tante generazioni di giovani che d’estate sono soliti sfidare la paura e assaporare il brivido del tuffo dal pontile quale prova di superamento della giovane età. Si dirà che le due Ordinanze, emanate per la verità quando il pontile per assenza di qualsiasi tipo di manutenzione era diventato un rudere pericolante e pericoloso, non sono mai state ritirate dalle Autorità Marittime ma è proprio in questa direzione che secondo i pescatori bisognerebbe muoversi per farle considerare obiettivamente datate e quindi superate. Oggi infatti il pontile di Trebisacce (nella foto) confermandosi uno dei più importanti marcatori identitari della marineria locale, si presenta completamente ricondizionato sia nella struttura portante sia nella pavimentazione. E’ stato infatti allungato di una trentina di metri, completato con un manufatto a forma di T che rappresenta una sorta di ampio balcone sul mare, dotato di tutti gli allacci utili per i natanti, in grado quindi di sfidare il mare grosso e di soddisfare le esigenze dei pescatori che, a ragione delle limitazioni imposte dalle Ordinanze tuttora vigenti, manifestano le proprie difficoltà a mantenere in vita l’attività della pesca a causa dell’aumento delle spese e in particolare del carburante necessario per coprire le distanze per Corigliano e per Roseto per scaricare lo stesso pesce che deve poi essere trasportato con gli automezzi a Trebisacce per essere venduto nelle pescherie locali. Oggi il Pontile, grazie ad ingenti investimenti, è tornato ad essere una splendida realtà, un’autentica icona della storia marinara di Trebisacce e come tale è doveroso valorizzarlo inserendolo semmai in un percorso storico-culturale più ampio che parta dal mare per completarsi nel Bastione, nella Chiesa Madre e nel borgo antico ricco di storia e di fascino. E’ altresì doveroso preservarlo attraverso controlli severi e stringenti, ma farne solo un luogo dell’anima, un reperto da museo da tenere sigillato in una teca, non rende omaggio alla sua storia e al suo ruolo di testimone del tempo e di centro nevralgico della tradizione marinara di Trebisacce.
Pino La Rocca