Sì, perché ridurre in compost la frazione organica è uno dei pochi modi davvero funzionali ed ecologicamente compatibili per smaltirla.
Sì, se l’impianto di Villapiana servisse per smaltire soltanto la frazione umida prodotta dai suoi cittadini e, al massimo, quella di pochi altri comuni vicini consorziati e fosse posizionato in un luogo ben lontano dai centri abitati.
Sì, se, nell’impianto in questione (che servirà, invece, alle esigenze dell’intera provincia), la capacità di ricezione e di trasformazione della frazione organica fosse limitata o, quanto meno, delimitata con chiarezza. Chiarezza dei limiti che non è possibile riscontrare nel progetto dell’impianto industriale previsto a Villapiana, dato il suo carattere modulare. Si comincia smaltendo 6 mila tonnellate di rifiuti all’anno e poi si adegua l’impianto in base alle esigenze di smaltimento dell’intera provincia.
R.A.S.P.A. dice sì al compostaggio, non prima, però, di aver segnalato alcune criticità.
1. La natura modulare dell’impianto è di per sé stessa rischiosa per il territorio perché apre alla possibilità di aggiungere altri moduli. Non sarà che possa fungere da apripista per ulteriori interventi nel settore dello smaltimento dei rifiuti? Magari a qualcuno potrà venire in mente di allestire a Villapiana un comparto per la gestione di tutti i tipi di rifiuti, o no?
2. Tutti gli impianti di questo tipo al momento attivi sul territorio italiano, anche quelli privati e tecnologicamente all’avanguardia, non riescono a far fronte efficacemente al problema della puzza. Avete presente il fetore che esala dai nostri cestini dell’umido dopo due giorni? Moltiplicate quella puzza per 6 mila e avrete una vaga idea di ciò di cui si parla. In alternativa, se avete parenti o amici che abitano nell’area industriale di Rende, chiedete loro se ci sono giorni in cui non si sente puzza di pattume.
3. Se l’impianto andrà a regime per tutta la provincia, come è negli intenti dell’ATO, il contenuto di 100 camion si riverserebbe ogni giorno nel sito di Villapiana. Che impatto avrebbero sulla nostra fragile rete stradale? 100 camion non sono pochissimi, o lo sono?
4. Si potrà continuare a far riferimento (anche in campagna elettorale) ai prodotti d’eccellenza della Sibaritide e del Pollino (clementine, vino, olio, riso, pane, ecc.) se si continuerà a devastare quel po’ di terreno agricolo sfuggito a decisioni politiche come quella in questione? Su quali eccellenze dovranno orientarsi le promesse della politica in fatto di turismo e sviluppo?
5. L’impianto industriale di compostaggio previsto a Villapiana è soltanto l’ultimo di una serie infinita di interventi che ha funestato il nostro territorio, tutti volti a snaturarne irrimediabilmente la natura: le buche della discarica a Cassano, quelle abusive a Cammarata e a Castrovillari, le ferriti disperse a Francavilla, il nuovo megaimpianto privato di compostaggio costruito a 13 chilometri da Villapiana, nel territorio di Corigliano, di cui nessuno parla: potremmo dilungarci per ore sull’impatto che tutto ciò ha o potrebbe avere sulla salute e sul quotidiano delle nostre famiglie. Voi provate solo a immaginare cosa diventeranno Villapiana e tutta la Piana di Sibari se si continuerà a seguire questa direzione. Forse tra qualche anno non sarete più in grado di riconoscere l’idea di paesaggio che avete maturato e che vi consente di distinguere i luoghi in cui vivete o avete vissuto.
Villapiana, 16 gennaio 2023
R.A.S.P.A.
Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autotutela