Gentile dott. La Rocca,
ho letto con interesse il suo articolo di ieri, 20 agosto, su Sibarinet riguardante il muro che, ormai da tempo, fa, diciamo, le veci del passaggio a livello, lungo la linea ferroviaria all’altezza della frazione “112” di Villapiana.
Scelta piuttosto singolare e “originale” che non so quanti ulteriori riscontri abbia lungo quella strada ferrata. Certo, in tal modo viene garantita l’assoluta sicurezza rispetto al traffico ferroviario, ma, tuttavia, si origina più di una preoccupazione riguardo la sua funzione in tutte le altre condizioni, ivi inclusa la necessità di un rapido deflusso di persone nella malaugurata ipotesi, per esempio, di un incendio della pineta sottostante. Rapidità di deflusso, da quanto leggo, non sufficientemente garantita da un sotto passo costruito in una zona assai poco abitata e ben distante dal muro di cui parliamo.
Si tratta, in ogni caso, di operare delle scelte da parte delle Autorità preposte, scelte che tuttavia sarebbe stato opportuno che avessero tenuto conto di richieste e proposte dei cittadini che poi con esse si trovano a convivere quotidianamente. Una situazione che avrebbe potuto favorire una interlocuzione dialettica tra le Parti e dunque una forma di democrazia partecipata di cui la nostra terra, in verità, non pare abbondare.
Ma se queste considerazioni possono apparire generali – seppur non generiche-, vi è uno specifico aspetto, sottolineato nel suo articolo, che ha ulteriormente sollecitato la mia attenzione. E cioè la domanda sottesa dalla vicenda se cioè tutti gli Attori, in qualche modo cointeressati e coinvolti nella vicenda, avessero e abbiano ben chiara la situazione e lo stato dei luoghi, come suol dirsi, e che abbiano, con perfetta cognizione dei fatti, rilasciato le autorizzazioni che un’opera del genere, lì collocata, credo richieda.
Sarebbe davvero inescusabile se eventuali manchevolezze, procedurali, normative o di qualsiasi altra natura, emergessero posteriormente a accadimenti magari luttuosi collegabili a inadeguate valutazioni dell’opera.
Ben venga, dunque una chiamata in causa del comune di Villapiana, dei responsabili delle Ferrovie, dei Carabinieri Forestali, della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e di chi abbia responsabilità di vigilanza sulla sicurezza dei cittadini.
E se tutto è regolare e in linea con le normative vigenti, si apra comunque una interlocuzione con i cittadini per i motivi che ho sopra ricordato. Almeno, questo è il mio auspicio.
Grazie della cortese attenzione e al piacere di rileggerla.
Ferdinando Laghi