Ha relazionato sul libro Franco Liguori, deputato di Storia Patria per la Calabria.
E’ stato presentato con successo nei locali delle Terme Sibarite di Cassano, il volume “Alfonso il Magnanimo, il re del Rinascimento che fece di Napoli la capitale del Mediterraneo”, uscito nel gennaio 2019, nella collana “Profili” della Casa editrice Salerno di Roma. Autore del saggio storico, che ha già avuto autorevoli lusinghiere recensioni su quotidiani nazionali come il “Corriere della Sera” (Paolo Mieli) e “la Repubblica” (Aurelio Musi), è il prof. Giuseppe Caridi, docente di Storia moderna e contemporanea all’Università di Messina e presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria.
Ad organizzare la manifestazione e a coordinare il dibattito è stato il prof. Leonardo Alario, presidente dell’Istituto di ricerca e di studi di Demologia e Dialettologia di Cassano, che, nel suo intervento introduttivo, ha avuto parole di apprezzamento per il libro, da lui definito “una finestra spalancata sul complesso mondo ricco di fermenti culturali, artistici e politici e di cruciali avvenimenti creatosi nel Mezzogiorno d’Italia e nel Mediterraneo per opera di Alfonso il Magnanimo, sotto il cui regno Napoli ebbe una sensibile crescita e divenne un grande centro di cultura umanistica ed artistica”. Ad inizio della manifestazione è intervento, per i saluti, Mimmo Lione, amministratore unico delle Terme Sibarite, che si è detto orgoglioso di poter ospitare nella struttura termale da lui amministrata, un evento culturale prestigioso come la presentazione del saggio del prof. Caridi. Alla prof.ssa Maria Galizia è stato affidato il compito di leggere alcuni passi del libro. Ad illustrare il volume è stato il prof. Franco Liguori, deputato di Storia Patria per la Calabria, che ha svolto un’ampia e apprezzata relazione di presentazione del saggio su Alfonso il Magnanimo, da lui definito una “biografia storica eccellente del grande sovrano aragonese, avveduto e illuminato che fece di Napoli una capitale fastosa ed efficiente, oltre che uno dei maggiori centri europei del Rinascimento, grazie al mecenatismo con cui accolse letterati, artisti e tecnici e ai provvedimenti adottati in campo edilizio ed economico, che proiettarono prepotentemente la città partenopea verso la modernità”. Liguori si è soffermato in modo particolare sul capitolo “Vita di corte, promozione della cultura e personalità di Alfonso”, in cui l’autore -egli ha detto – “evidenzia molto bene gli aspetti della personalità di Alfonso, come il suo mecenatismo e il suo amore per la cultura”. “Da vero principe precursore del Rinascimento, egli favorì i letterati che credeva avrebbero tramandato la sua fama ai posteri: tra questi c’erano Lorenzo Valla, Poggio Bracciolini, il Panormita, Giovanni Pontano, Costantino Lascaris e tanti altri”. Liguori ha ricordato il grande amore di Alfonso il Magnanimo per i classici latini e per i libri, che lo spinse a creare a Napoli una grande biblioteca, in cui si tenevano anche sedute letterarie, perché il sovrano aragonese aveva compreso la fondamentale importanza dell’istruzione, ritenuta da lui la base indispensabile per progredire in ogni campo. Ma Alfonso non fu soltanto un promotore di cultura umanistica – ha detto ancora Liguori – perché grande fu il suo contributo anche in altri campi, come l’economia, l’organizzazione dello Stato, la modernizzazione urbanistica della città di Napoli: nel campo amministrativo si deve a lui l’inaugurazione di un sistema di severo controllo finanziario; dal punto di vista economico l’inserimento del Regno di Napoli nel contesto del Mediterraneo. “Il nostro Mezzogiorno d’Italia – ha detto infine Liguori – che fino a quel momento era stato soltanto periferia d’Europa, veniva ad essere inserito, con Alfonso il Magnanimo, in un contesto internazionale. Alla sua corte si parlavano il catalano, il volgare italiano e il latino; essa divenne uno dei punti d’incontro più importanti della cultura umanistica e un centro propulsivo dell’arte rinascimentale. La sua forte ed evidente multiculturalità, che metteva in contatto le sponde dell’Europa con quelle dell’Africa (Alfonso strinse relazioni con gli stati africani del Mediterraneo e con l’Abissinia) potrebbe costituire senz’altro un modello a cui guardare anche nel mondo attuale”. Liguori non ha mancato di ricordare, inoltre, la disponibilità data da Alfonso il Magnanimo all’insediamento in Calabria dei primi stanziamenti albanesi, dopo aver sostenuto, per alcuni anni, lo Skanderbeg in lotta con i Turchi. Soddisfatto della presentazione l’autore del libro,il prof. Giuseppe Caridi, che è intervenuto per le conclusioni ed ha arricchito l’illustrazione della figura di Alfonso il Magnanimo, con interessanti e episodi della sua biografia e ulteriori riflessioni sulla sua personalità.