“In Calabria operano, secondo i dati, 8mila aziende agricole vocate a produzioni con metodo biologico su una superficie di oltre 200mila ettari di terreno. Questo costituisce un vero patrimonio da proteggere e valorizzare, con politiche di programmazione e sostegno, alla luce anche dell’importanza strategica che il settore agricolo riveste, in termini di tutela del territorio e occupazione, per tanti giovani. Tuttavia, chi governa la Regione Calabria non vuole il bene dei suoi figli ma preferisce avere clienti disoccupati, ricattabili, che funzionino da esercito elettorale di riserva.
Succede, infatti, che tra una passerella elettorale e l’altra, tra una inaugurazione elettorale e l’altra, nell’indifferenza quasi generale del mondo politico calabrese, nel nuovo Piano Strutturale Rurale, i fondi destinati all’agricoltura biologica vengono ridotti da 35 milioni di euro ad appena 5milioni, con un taglio dell’85 %. Un vero massacro per le nostre aziende agricole, già ridotte all’osso tra i mille problemi economici, climatici e commerciali. Massacro che ha il sapore di un vero furto economico. Non a caso, la misera somma ha già costretto a varare un bando molto restrittivo dalla quale la stragrande maggioranza delle aziende agricole, già operanti in regime di biologico, rimarranno fuori nonostante gli investimenti degli anni passati. Sempre gli stessi agricoltori calabresi, non meritevoli nemmeno di avere un Assessore alle Politiche Agricole (unica regione di Italia) già mesi fa sono stati destinatari di un altro grave furto riguardante le Indennità Compensative destinate alle aree montane svantaggiate e qui vi è da sottolineare anche la costante assenza di sindaci e assessorati dei paesi di tali aree. A tutto questo massacro sociale operato dalla Regione si aggiungono gli enormi ritardi nell’erogazione di QUALUNQUE risorsa destinata al mondo agricolo, ritardi dovuti spesso ad una endemica incompetenza ed assenza di direzione e volontà politica. Politica troppe volte sorda nei confronti dei rappresentanti della categoria agricola, che più di una volta hanno sollecitato provvedimenti chiari e tempi certi. Tutto questo è semplicemente inaccettabile ed è bene chiarire che gli agricoltori non reclamano infruttuosi finanziamenti a pioggia ma esigono semplicemente una programmazione equa e sostegno per un settore, ormai da anni, in piena crisi. UNITÀ POPOLARE, facendosi interprete del malcontento e disagio che vivono le campagne, vuole esprimere nei confronti della classe politica calabrese il suo più profondo disappunto per le politiche agricole messe in atto, invitandola ancora una volta ad ascoltare il suo popolo che, nonostante tutto, continua a lavorare con pazienza e sacrificio.
MARIO GRISOLIA

