Salvo rinvii “dell’ultima ora” in questo mese di aprile il Consiglio Regionale della Calabria discuterà la legge sulla doppia preferenza di genere. Un tema che ha incontrato ostruzionismi vari nella politica calabrese. La legge Nazionale n° 20 del 2016 chiede alle regioni di inserire norme a tutela dell’equilibrio tra consiglieri uomini e donne, e la Calabria ancora non si è adeguata
E’ necessario e non più rimandabile recepire il dettato della legge nazionale in una nuova legge elettorale regionale che garantisca e favorisca una maggiore presenza di donne in politica, una maggiore presenza del genio femminile nei luoghi dove si prendono le decisioni. Il Consiglio Regionale Calabrese introdurrà la doppia preferenza di genere mettendosi al passo con Regioni tipo la Lombardia, la Sardegna, l’Abruzzo o resterà incagliato in logiche maschiliste e retrograde degne di un episodio dei cartoni animati degli Antenati che seguivamo da piccoli? La discussione per la modifica della legge elettorale regionale è stata rinviata più volte facendo sorgere il dubbio che trattasi di un tema che non si vuole affrontare. Eppure siamo a fine legislatura e quale occasione migliore per dotare la Regione di una nuova legge elettorale che applicata già dalle prossime elezioni sancisca e garantisca la parità di genere? Una proposta sulla doppia preferenza di genere è stata presentata dall’unica consigliera donna, Flora Sculco, che però non è mai giunta in Aula.
Le legge 20 del 2016 dice che se la legge elettorale di una regione prevede la possibilità di esprimere il voto di preferenza, in ciascuna lista i candidati dello stesso sesso non possono essere più del 60 per cento del totale. E inoltre deve essere consentita l’espressione di almeno due preferenze, che siano di entrambi i sessi, pena l’annullamento della seconda preferenza. Se la legge elettorale regionale invece non prevede il voto di preferenza, è necessario che ci sia l’alternanza tra i candidati di sesso diverso e anche in questo caso, i candidati di uno stesso sesso non devono essere più del 60 per cento del totale. Ritengo siano maturi i tempi per ripopolare gli scranni del Consiglio Regionale con un significativo numero di donne espressione della Società Civile e dei movimenti e partiti politici. La Calabria annovera tra i suoi “figli” il primo sindaco donna d’Italia, a soli 24 anni Caterina Tufarelli Palumbo Pisani è stata eletta primo cittadino di San Sosti (provincia di Cosenza) nella tornata elettorale del 10 marzo 1946 e poi nominata il 24. Le donne in questa occasione votarono per la prima volta. Subito dopo la seconda guerra mondiale la Calabria ha dato segni di evoluzione civile mentre a distanza di 73 anni si consuma l’involuzione.
Di recente si è celebrato il genio femminile in politica intitolando la Sala Stampa del Consiglio Regionale a Rita Pisano che per venti anni è stato simbolo femminile della politica impegnata rivestendo l’autorevole incarico di Sindaco comunista di Pedace (CS). Ora si tratta di fare il passo successivo, non più celebrazioni e teoremi ma atti concreti nel senso di una concreta parità di genere. Sembra quasi che il Consiglio regionale della Calabria debba essere patrimonio esclusivo di una classe politica maschile incapace di promuovere ed adottare una legge elettorale improntata alle pari opportunità tra uomo e donna. L’auspicio è che le prossime elezioni regionali si celebrino con una nuova normativa che garantisca la completa parità di genere e il superamento delle logiche retrograde e arcaiche che vedono gli uomini unici detentori del potere.
Rita Pisano ha dimostrato come una donna può governare la res publica con equilibrio e capacità spesso superiori a numerosi politicanti che hanno calcato la scena politica degli ultimi decenni. Tante donne a lei si sono ispirate e si ispirano quotidianamente nel loro agire politico dimostrando che amministrare non è esclusiva del genere maschile e come il buon governo possa essere frutto di una sensibilità femminile dedita al bene pubblico. Penso alle tante presidenti dei consigli comunali della Calabria e alle tante donne impegnate nei movimenti e nei partiti politici che nelle campagne elettorali profondono il proprio impegno per una società migliore. Il prossimo 15 Aprile sia l’inizio della primavera politica regionale Calabrese, ma di quella vera, non dei proclami e dei riscatti personalistici. L’auspicio è che l’assemblea regionale approvi in tempi rapidi una nuova legge regionale per tutti e per tutte, per uomini e donne liberi e capaci.
Dott.ssa Innocenza Giannuzzi
Presidente dei Consorzi Blu Calabria e Agricoop Italia