L’attenzione che il Ministro Bonisoli pone d’abitudine alle istanze provenienti dai territori mi fa supporre che, se il sindaco Greco gli chiederà formalmente un colloquio per esporre lo stato del centro storico di Cariati e gli auspici della sua amministrazione per il futuro, come enunciato ieri nell’appello pubblico che ha voluto rivolgermi, il titolare del dicastero dei Beni Culturali non si sottrarrà. Accetto ovviamente fin d’ora l’invito a quell’incontro, quando sarà confermato.
Se poi l’uno troverà nell’altro la disponibilità ad assecondare le istanze anticipate nell’appello, istanze che, al netto di un’accorata professione di fede nella bellezza e nell’amore, si possono sintetizzare nell’auspicio che il Comune sia sommerso da una pioggia di denaro pubblico, mi rallegrerò con la dott.ssa Greco per avere raggiunto l’obiettivo che si era prefissa e – meno – con l’on. Bonisoli per avere orientato verso Cariati le nubi gonfie di euro che dovrebbero risollevare le sorti della città murata. Personalmente, però, prendo fin d’ora le distanze sia da quei desiderî, per come formulati, sia da un loro eventuale esaudimento meno che ragionato da parte del MiBAC.
Conosco, infatti, e non da oggi, il centro storico di Cariati. Ho contezza della sua importanza topografica, storica e architettonica da cittadina ma anche da archeologa e deputato di storia patria; apprezzo le opere d’arte e quanto di esteticamente valido ancora conservano le sue chiese e i suoi palazzi. Non posso ignorare, altresì, l’incuria e l’indifferenza tangibili, per fare un solo esempio, nella gestione della chiesa francescana di Santa Filomena, svilita a cappella del cimitero e trattata come uno squallido retrobottega mentre varrebbe, da sola, a fare di Cariati la meta di un turista di media cultura. Né posso ignorare la serie di interventi inappropriati, stridenti o addirittura apertamente conflittuali con la dignità del costruito storico che si parano davanti agli occhi del visitatore quando va a zonzo per le strade della cittadella. La maggior parte interessa proprio quella cinta muraria tardo-medievale di cui la Greco si ripromette di “raccontare al Ministro quanto e quale valore (abbia) in termini di marketing territoriale”.
Inutile nascondersi dietro un dito: a Cariati (come un po’ ovunque in Calabria), l’interesse personale è stato anteposto al pubblico, sempre, in particolare nella incontrastata sovrapposizione dell’edilizia residenziale alle cortine delle mura urbiche quando non alle stesse torri, parzialmente risparmiate solo per la scomodità della loro pianta circolare… Sempre, ripeto, anche oggi, se è vero che la situazione da me denunciata qualche settimana fa era in essere da mesi senza che la giunta Greco, prima di leggere la mia nota stampa, fosse stata colta o almeno avesse manifestato apertamente il pentimento retroattivo che oggi professa. E ora? Ora che, sommandosi, gli interventi edilizi inappropriati di tanti “tarpano le ali ad ogni progetto di comunicazione turistica” (?!), lo Stato, complici i miei buoni uffici, dovrebbe slacciare i cordoni della borsa e affidare ad un Comune fin qui complice silente di ogni tipo di abuso “le ingenti risorse necessarie ad intraprendere questo percorso”?!
Ebbene, un adagio popolare incontestabile recita che i soldi non fanno la felicità ma è altrettanto vera, a mio avviso, la variante: “I soldi non fanno la sensibilità”. E se è vera anche questa, forse l’appello del Sindaco di Cariati va riformulato: prima occorre un sincero ravvedimento, morale ed estetico, cioè quel cambio di passo che trasformerebbe la giunta Greco nel campione della “difesa e promozione della legalità” che afferma di essere, facendole da qui in poi respingere ogni abuso, rinnegare e contrastare i passati in nome di una sensibilità culturale nuova di zecca. Solo a valle di ciò si potrà passare all’azione sul terreno, dunque prima all’analisi dello stato dell’arte e dopo all’esame (e alla cernita) delle prospettive ragionevoli per il recupero della cittadella e delle sue mura, affidando però ogni passaggio, compresa la preliminare mappatura degli abusi, anzi la mappatura delle incoerenze rispetto all’obiettivo che la giunta si vuol dare, ad un team di tecnici specializzati, magari legati ad una università (ad esempio al Dipartimento di Architettura della “Mediterranea” di Reggio Calabria). Questa fase è propedeutica all’elaborazione dei progetti, anch’essi di qualità adeguata all’importanza come “marcatore identitario distintivo” che il Sindaco oggi annette alle mura urbiche. Solo alla fine di detto percorso sta l’avvio della ricerca dei fondi necessari per la realizzazione di quanto proposto.
Crotone insegna, al riguardo, qual è la strada da NON seguire: i 60 milioni di “Antica Kroton”, preesistenti alla definizione dell’obiettivo del progetto (tuttora non pervenuto) hanno consentito all’amministrazione comunale pitagorica e alle eminenze grigie in cabina di regia di sbizzarrirsi nell’identificare una pletora di interventi, scevri da logica che non sia quella del più classico clientelismo, per spacchettare e dilapidare senza costrutto una cifra oggettivamente rilevantissima, invece di mettere a fuoco delle priorità, in rapporto al potenziale espresso dal patrimonio culturale di Kroton, e assegnare le risorse alle diverse articolazioni di una valida idea progettuale elaborata da professionisti dei beni culturali. Ho chiesto al MiBAC, anche su consiglio informale dell’ANAC, di valutare la nomina di un commissario, dal momento che i 60 milioni intervengono su un bene irripetibile di diretta competenza di quel dicastero. Mi è stato promesso un coordinatore; attendo che sia nominato e si metta al lavoro ma, a dispetto del calendario, “la primavera tarda ad arrivare”.
La risposta alla sollecitazione del Sindaco di Cariati è dunque SI’, per quanto mi riguarda, ma a precise condizioni. Poiché non voglio dubitare che l’appello mi sia stato rivolto in buona fede e che il ravvedimento degli attuali amministratori rispetto ad una prassi oggettivamente autolesionista non solo sia già avvenuto ma sia ormai irrevocabile, sono pronta a collaborare, ove richiesta, alla identificazione del soggetto istituzionale con adeguata competenza e autorevolezza al quale la giunta Greco, previa raccolta delle disponibilità su scala nazionale, vorrà affidare l’onore e l’onere di valutare e progettare, con la supervisione del MiBAC, un recupero ragionato e un’autentica valorizzazione della cittadella di Cariati.
Margherita Corrado (M5S Senato)