TREBISACCE – Un evento formativo sul valore del Volontariato cristiano nel nome di Amelia Mazzitelli di Reggio Calabria Vice-Presidente Nazionale dell’Unitalsi scomparsa prematuramente sabato scorso, da sempre impegnata sui temi del Volontariato e dell’aiuto alle persone più deboli e meno fortunate. Lo ha organizzato, nel pomeriggio di domenica 17 marzo, presso la Parrocchia “Cuore Immacolato della B.V.M.”, la Sottosezione Unitalsi di Trebisacce
per mettere a fuoco e riflettere sulle sfide a cui è chiamato oggi il Volontario dell’Unitalsi, l’Associazione Cattolica che opera a fianco dei malati, delle persone diversamente abili e delle loro famiglie, offrendo aiuto materiale e supporto morale. Un’associazione che oggi conta circa 100mila Volontari: uomini, donne, bambini, disabili, persone sane e persone ammalate che senza distinzione di età, di cultura, di posizione economica, sociale e professionale, fanno volontariato indossando una “divisa” che annulla distanze, differenze e diversità e rende tutti uguali nella la gioia della condivisione del servizio reciproco. Subito dopo il rito dell’Eucarestia celebrato dal Parroco e Assistente Spirituale dell’Unitalsi don Vincenzo Calvosa ed a cui hanno assistito tutti i Volontari dell’Unitalsi di Trebisacce e numerosi malati insieme ai loro familiari e dopo il commosso ricordo di Amelia Mazzitelli volta in cielo in silenzio e in punta di piedi, a relazionare sul valore del Volontariato Cristiano, del suo significato in una società sempre più superficiale e distratta, è stato il dottor Aldo Foscaldi presidente dell’A.M.C.I. (associazione medici cattolici italiani) e Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute. Il dottor Foscaldi ha avuto così modo di spiegare quali le ragioni che devono motivare oggi il Volontario: non certo il desiderio di emulare, né quello dell’emozione di indossare una divisa né, tantomeno, di ostentare agli altri la propria sensibilità, ma per seguire, con spirito autenticamente cristiano, l’invito rivolto da Gesù ai suoi discepoli e riportato nel Vangelo di Matteo: ogni qual volta farete qualcosa a uno dei miei fratelli più deboli, lo avrete fatto a me. «E per costruire un mondo più giusto, – ha dichiarato il dottor Foscaldi – non c’è altra strada che quella del Vangelo. Una società più equa e solidale – ha incalzato il dottor Foscaldi – comincia da noi e non potrà mai realizzarsi senza iniziare a stabilire rapporti di autentica e concreta carità cristiana nell’ambiente in cui viviamo». In realtà la storia dell’Unitalsi, secondo quanto ha ricordato il presidente della Sottosezione Unitalsi di Trebisacce dottor Leonardo Campana, ha una stretta relazione con il Santuario Mariano di Lourdes dove, all’età di 22 anni, di cui gli ultimi dieci trascorsi in carrozzella, nel 1903 si è recato il suo fondatore Giovanni Battista Tomassi con la speranza di un miracolo. Pur non avendo ottenuto il miracolo della guarigione il giovane Tomassi, colpito dalle cure amorevoli prestate dai Volontari ai malati, di ritorno da Lourdes ha deciso di fondare un’Associazione di Volontariato che da allora ogni anno accompagna i malati a Lourdes con il “treno bianco della speranza”. «Il pellegrinaggio a Lourdes – ha ricordato il presidente Campana – è l’occasione per rinnovare il proprio impegno osservando l’esperienza della nostra vita da una dimensione nuova, dove a ciascuno non è più concessa l’illusione di far finta di nulla, di continuare come se nulla fosse accaduto. Ecco perché – ha concluso il dottor Campana – il pellegrinaggio non termina con il ritorno a casa, ma allarga la prospettiva della vita verso orizzonti nuovi, per scoprirsi pellegrini del mondo, in cammino con la Chiesa». Dopo il momento della formazione i Volontari e i malati hanno condiviso una serata conviviale in allegria e serenità.
Pino La Rocca