Che volete possa significare il prestare attenzioni e cure ad un anziano signore dializzato e sotto attacco di bronchite? Poco, molto poco se lo si vuole mandare a casa dopo il trattamento dialitico e se solo grazie alle insistenze di familiari viene sballottato verso un altro presidio ospedaliero. Il povero paziente di Nocara, da Trebisacce viene quindi trasbordato a Castrovillari, ma da queste parti, come in tutta la Calabria, nulla è semplice né scontato quando si tratta di avere bisogno di assistenza sanitaria o di sanità sempre più maledetta.
La situazione è ancora più drammatica se si considera che l’ottantenne bisognoso di cure è in via di debilitazione e viene accolto nel pronto soccorso, ma li rimane per giorni su una barella.
Inutile stare a raccontare il resto, permanenza e via vai di pazienti, assistenti ed assistiti, a queste latitudini i lazzaretti esistono ancora e somigliano a tanti nostri nosocomi.
Devono passare quattro lunghi giorni per trovare finalmente un posto nella lungo degenza del presidio di Lungro.
È la triste storia accaduta questa settimana, che purtroppo non è la prima né sarà l’ultima ed è grave che tutti ci stiamo abituando all’abisso profondo e terribile in cui sprofonda la nostra umanità.
Manca personale, mancano attrezzature, mancano posti letto, manca sempre più il senso e il rispetto della vita umana, a cui tutta l’azione di ogni attività sociale e politica dovrebbe essere improntata e rivolta, ed il peggiore dei mali è che ce ne siamo dimenticati.
Non è dato ancora sapere se e quando la sanità in Calabria diventerà normale, di certo il tempo perso è tanto e se ne perde ancora altro.
Chi può e deve fare, in primo le Istituzioni a questo deputate, faccia presto per non avere sulla coscienza altri crimini moderni causati da una falsa civiltà.
Li 16 Marzo 2019
Raffaele Papa
Coord. IdM Prov. di Cosenza