Biondo tardivo di Trebisacce: avviata la procedura per la caratterizzazione e la valorizzazione dell’arancia autoctona che viene prodotta fin dall’antichità nelle “vigne” di Trebisacce e che porta questo nome perché ha una maturazione assai tardiva.
Un’arancia tipica, questa, divenuta prodotto di una nicchia sempre più piccola che in passato aveva un alto valore commerciale al punto che con il ricavato della vendita i “vignaruli” ci campavano la famiglia e mandavano i figli all’Università fuori Regione. Oggi il Biondo, a causa dell’eccessiva parcellizzazione delle proprietà, della spietata concorrenza e dello scadimento della sua qualità dovuto anche alla superficiale cura degli aranceti ha perso il suo valore commerciale al punto che, chi decide di venderla, si deve accontentare di pochi centesimi. Per migliorarne la qualità e rilanciare il prodotto sul mercato la Delegata all’Agricoltura Antonella Acinapura, d’intesa con l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Franco Mundo sta sperimentando una nuova strategia e, in questa ottica, ha posto le basi per una collaborazione scientifica, sottoscrivendo un’apposita Convenzione con l’Università di Bari, con l’associazione “Basile-Caramia” di Locorotondo (BA), con l’ARSAC Regionale e con l’Istituto “E. Aletti” di Trebisacce. L’iniziativa, da ascrivere al coraggio e all’intraprendenza della Delegata all’Agricoltura Antonella Acinapura persegue l’obiettivo di realizzare, preliminarmente, la selezione e la caratterizzazione del prodotto associate all’iscrizione del “Biondo Tardivo di Trebisacce” al Registro Nazionale delle Varietà delle piante da frutto e, da ultimo, di attivare processi virtuosi di tutela e valorizzazione della filiera. Per avviare la procedura di collaborazione scientifica successiva alla stipula della Convenzione sottoscritta nelle settimane scorse dal sindaco della città Franco Mundo, mercoledì scorso 27 febbraio, come ha riferito la dr.ssa Acinapura, si è consumato il primo atto delle attività di collaborazione previste nella Convenzione con il sopralluogo nelle “vigne”, da parte dei soggetti interessati e la pianificazione dei successivi prelievi per effettuare le campionature attraverso le analisi chimiche che saranno effettuate nei laboratori scientifici dell’Istituto “E. Aletti”. Al primo incontro svoltosi nelle “vigne”, oltre alla Delegata alle Politiche Agricole dr.ssa Antonella Acinapura, hanno preso parte i dottori Pasquale Venerito e Vincenzo Roseti dell’Associazione “Basile-Caramia”, i dottori Mimmo Adduci e Fabio Petrillo in rappresentanza dell’ARSAC e il rag. Franco De Vita in rappresentanza del Consorzio dei Giardini di Trebisacce. L’auspicio condiviso un po’ da tutti a Trebisacce è che, dopo i tanti tentativi andati finora a vuoto, si riesca finalmente a trovare la strada giusta per l’effettivo rilancio del “Biondo”, la qual cosa, secondo gli esperti del settore, ha comunque bisogno assoluto della collaborazione convinta e condivisa dei “vignaruli” e non potrà mai prendere corpo se non si proverà ad allargare i confini della produzione estendendola ai paesi vicini, per fare in modo che si esca da una nicchia troppo angusta che non permette una maggiore quantità e qualità della produzione.
Pino La Rocca