Ospedale “Chidichimo”: a rischio il servizio di Dialisi, se non si provvede subito ad intergrare il personale medico. Di buone intenzioni, secondo un antico adagio popolare, sono lastricate le vie dell’inferno, nel senso che non bastano purtroppo le buone intenzioni dei politici locali e zonali per riaprire il presidio sanitario trebisaccese chiuso ormai dal 31 marzo 2012 e tornare a farne il punto di riferimento sanitario per le popolazioni dell’Alto Jonio che ormai non ci credono più e nel frattempo continuano a impinguare le finanze della Basilicata attraverso la migrazione sanitaria passiva.
A sostenerlo, questa volta, è il Responsabile della UOC (unità operativa complessa) di Lungodegenza prof. Francesco Lamenza il quale, preso atto con apprezzamento dell’interessamento del sindaco di Trebisacce Franco Mundo che qualche giorno addietro ha perso la pazienza e scritto al presidente Oliverio e alla nuova Struttura Commissariale a cui ha chiesto i soldi per ripristinare le Sale Operatorie senza le quali il “Chidichimo” non sarà mai più un Ospedale e dell’on. Francesco Sapia parlamentare 5Stelle che è tornato al capezzale del “Chidichimo” per parlare con i medici e rendersi conto di persona delle richieste e delle effettive criticità in cui versa l’ex Ospedale. Tra l’altro l’On Sapia ha dovuto prendere atto che, a causa dell’imminente pensionamento di una dottoressa, è a rischio la sopravvivenza della Dialisi-Nefrologia con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. «Ho parlato con diversi sanitari in trincea, – ha scritto l’on. Sapia all’indomani – che mi hanno esposto urgenze ed esigenze. Servono specialisti-nefrologi perchè – ha aggiunto rivolgendosi al presidente Oliverio – la situazione è critica e richiede risposte immediate dai vertici dell’Asp cosentina. Inoltre – ha aggiunto il parlamentare coriglianese – per gli esami di Radiologia prosegue l’emigrazione dei residenti verso la Basilicata e questo è un assurdo che non accetto e va riaperto al più presto l’Ospedale di Trebisacce. Personalmente – ha concluso Sapia – mi sono già attivato per discuterne a fondo con il nostro ministro della Salute Giulia Grillo, che sta lottando a muso duro per una diversa gestione dell’Asp di Cosenza, da cui dipende il presidio di Trebisacce». «Penso – ha scritto da parte sua il prof. Lamenza che era presente all’incontro con on. Sapia – con una convinzione dettata dall’incontro a cui ero presente, che i desiderata dei politici saranno obbligatoriamente “raffreddati” dai fatti, nonostante la forte buona volontà dei politici. Mancano infatti – ha aggiunto il Primario della Lungodegenza – congrui investimenti economici per svariate decine di milioni per mettere a norma di legge la struttura, per dotarla di tecnologia moderna e necessitano i concorsi per il personale delle varie specialità. Ci sono infatti voluti 6 anni di attività per ristrutturare la Lungodegenza, unico reparto ospedaliero ancora oggi carente di tecnologia e di arredi! Immaginiamo quanto tempo ci vuole per attivare altre strutture specialistiche… Se ne riparlerà forse, e dico purtroppo, dopo le prossime Regionali, con il nuovo governo regionale e, come d’obbligo, dopo il nuovo Piano Sanitario Regionale…che ritengo debba cambiare radicalmente quello attuale anche per ridurre drasticamente la migrazione sanitaria, per la qual cosa non è proponibile un Ospedale “di zona disagiata” ma necessita un Ospedale di eccellenza! Tutto il resto è aria fritta!».
Pino La Rocca